Prima la Commissione Europea, adesso il Fondo Monetario internazionale: le stime sulla crescita dell’economia italiana non sono per nulla positive, con il PIL italiano destinato a crescere sotto l’1% almeno fino al 2023. Il resto è cosa già risaputa. L’economia crescerà dello 0,6% nel 2019 e dello 0,9% nel 2020. In poche parole, recessione tecnica a tutti gli effetti.
L’FMI non si è limitato soltanto alle stime, ma si è prodigato a dare consigli. Il suggerimento offerto al governo italiano è quello di tassare la prima casa, tagliando di fatto il cuneo fiscale. La stessa base fiscale dovrebbe essere allargata. La lotta all’evasione e all’elusione dell’IVA dovrebbe essere più serrata. Basta condoni fiscali: la spesa va razionalizzata.
Ma non è tutto. Evidenziando la gravità della situazione, e mettendo come al solito sul piatto lo spread, l’FMI ha evidenziato come gli stimoli fiscali messi in atto dal governo potrebbero dare vita ad una crescita momentanea, la quale dovrebbe fare i conti con lo spread. Se quest’ultimo aumentasse troppo, gli effetti benefici scemerebbero rapidamente, causando successivamente un marcato indebolimento della crescita stessa.
L’FMI si è soffermato anche a parlare dei due provvedimenti cardine della manovra finanziaria: Reddito di Cittadinanza e Quota 100. Il giudizio su quest’ultima è lampante: la riforma rischia di causare l’aumento dei pensionati, e di conseguenza l’elevata spesa pensionistica, e di ridurre la forza lavoro. Tutto questo potrebbe ulteriormente minare la crescita economica. Giudizio negativo anche per il Reddito di Cittadinanza, ritenuto un disincentivo al lavoro nell’Italia Meridionale.
Infine, giusto per non farsi mancare nulla, il Fondo Monetario Internazionale ha avvisato gli altri paesi su quanto sia attualmente rischiosa la situazione economica in Italia. Se peggiorasse, i mercati globali potrebbero entrare in un territorio inesplorato.