Giovanni Tria, ministro dell’Economia, ha un bel lavoro davanti a se: convincere la Commissione europea che la soluzione rappresentata dal decreto attuativo del fondo risparmiatori sia giusta e legittima. A Bruxelles lo attendono. Insieme a lui, ci sarà il dg del Tesoro Alessandro Rivera. Sarà un impegnativo faccia a faccia con la linea tecnica della Commissione.
Spettatori interessati saranno i risparmiatori, ma non tutti sono felici della linea oltranzista tenuta del governo. L’Associazione vittime del salva-banche si è espressa così: “I leader di Lega e Cinque Stelle hanno detto che non gli interessa il giudizio della Commissione e che i rimborsi verranno ugualmente erogati. Vorrà dire che si prenderanno la responsabilità di erogare 1,5 miliardi di euro, esponendosi alla richiesta di risarcimento di danno erariale per colpa grave dalla Corte dei conti”.
Tria è chiamato a difendere quanto scritto nelle bozze del primo decreto, che mette in moto il fondo risparmiatori da 1,5 miliardi come stabilito dalla Legge di Bilancio, e contestato dalla Commissione europea in quanto il riconoscimento della vendita fraudolenta non prevede la precondizione all’indennizzo.
Per rientrare nel regolamento europeo, nelle bozze sono stati inseriti 9 membri alla commissione tecnica. Inoltre, dovranno essere verificata la certezza delle violazioni massive del Testo unico finanza, le quali hanno portato ad un pregiudizio sbagliato nei confronti dei risparmiatori.
Altra modifica riguarda la forma giuridica di chi potrà presentare la domanda di rimborso: imprenditori individuali, tra cui coltivatori e agricoltori, persone fisiche, microimprese e Onlus che hanno nel proprio organico meno di 10 dipendenti ed un limite di fatturato di non più di due milioni di euro annui.