Sicuramente ad una larga fetta di contribuenti italiani non piacerà ricevere la lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate che li invita a regolarizzare la propria posizione debitoria al fine di evitare sanzioni ed accertamenti. Secondo una stima, a ricevere la missiva saranno circa 1,7 milioni di italiani, divisi tra professionisti e privati.
Sia per chi possiede la Pec e per chi no (per loro la comunicazione sarà sotto forma cartacea), la formula è la medesima: “un invito alla compliance”, ossia a correggere spontaneamente gli errori che sono stati commessi in fase di presentazione del 730 o Modello Unico. Particolare attenzione è stata posta a quei redditi derivanti da:
- Contratti di locazione.
- Partecipazioni societarie.
- Imprese familiari.
- Redditi di capitale e di lavoro autonomo.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, è possibile scaricare la guida da seguire in caso di recapito della lettera. Dovranno essere verificate la correttezza dei dati, le modalità di richiesta d’informazioni, eventuali motivazioni del perché sono stati commessi gli errori, istruzioni per presentare la dichiarazione integrativa e sul versamento delle somme dovute. In pratica, è una semplice lettera in cui si invita il contribuente a chiarire la sua posizione e a cui bisogna necessariamente rispondere per evitare possibili sanzioni.
Naturalmente, prima di agire bisogna essere certi che le contestazioni siano corrette. Per andare maggiormente incontro al cittadino, è disponibile un servizio Call Center a cui chiedere tutte le informazioni necessarie.
Una volta accertato che effettivamente sono stati commessi errori durante la compilazione del 730, è possibile correggerli tramite il ravvedimento operoso, il quale consente di far risparmiare su interessi e sanzioni. Come detto sopra, va presentata una dichiarazione integrativa e vanno pagate le somme dovute gravate dagli interessi, i quali vengono calcolati partendo dal giorno in cui le sopracitate somme dovevano essere effettivamente versate.