Se molti ritengono l’accordo di fusione tra la Deutsche Bank e la Commerzbank ormai concluso, non hanno fatto i conti con alcuni fattori intrinsechi che potrebbero rallentarlo o fermarlo completamente. Anche se è tacitamente arrivato il beneplacito di Berlino, le critiche stanno avanzando da più parti. I sindacati temono la perdita di migliaia di posti di lavoro, gli azionisti sono preoccupati dell’impatto che una tale fusione possa avere su prezzi già depressi delle azioni.
La Deutsche Bank non vive un momento particolarmente florido dal punto di vista finanziario. L’ipotesi della fusione con una banca più piccola richiederà tempi di gestione preziosi e comporterà perdite pesanti sulle obbligazioni italiane e spagnole che appartengono alla Commerzbank.
Come mai questa debolezza del comparto bancario europeo? Sostanzialmente perché l’Europa ci ha messo più tempo a rispondere alla crisi finanziaria rispetto a quanto hanno fatto negli Stati Uniti. Misure come riduzione dei tassi di interesse e allentamento quantitativo sono stati adottati dalla Federal Reserve già cinque anni prima. Gli acquisti di attività della Fed sotto il QE comprendevano prestiti ipotecari cartolarizzati ad alto rischio, mentre quelle del Tesoro degli Stati Uniti prestiti sotto-performanti e azioni bancarie tramite il suo Troubled Asset Relief Program. Le banche statunitensi sono state ripulite rapidamente ed efficacemente, mentre quelle europee no.
Altro problema è che il ritardo ha significato per la zona euro tassi di interesse permanentemente bassi. Le banche guadagnano dallo spread tra i loro tassi di prestito; ciò è stato compresso dalla politica del tasso di interesse a zero della Banca centrale europea. L’aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti ha permesso alle banche dall’altra parte dell’Atlantico di aumentare i loro margini. Questa compressione sul reddito bancario è stata accompagnata dall’aumento dei costi, dovuti al rafforzamento dei regolamenti post crisi economica e da un cambiamento strutturale. Tante filiali rappresentano un oneroso costo per le banche, considerando che sempre più clienti effettuano attività bancarie da remoto.
Quindi, alla luce della minore redditività delle banche europee, diventate particolarmente vulnerabili ad una possibile crisi finanziaria, e ad una cattiva gestione nell’ultimo decennio, la fusione tra Deutsche e Commerzbank ha una sua logica.