I protocolli d’intesa tra il Regno Unito e l’UE mirano a creare una transizione graduale delle attività assicurative se si verifica una Brexit senza accordo, ma i loro poteri sono discutibili e gli assicuratori britannici devono fare affidamento sui governi dell’UE.
Le compagnie assicurative nel Regno Unito sono preoccupate dell’impatto che una Brexit senza accordi potrebbe avere sul settore, e gli accordi tra i legislatori del Regno Unito e dell’UE hanno fatto ben poco per placare i timori.
Con Theresa May che finora ha fallito due volte per ottenere l’approvazione parlamentare per il suo accordo, la Gran Bretagna rischia di uscire senza un accordo il 29 marzo, a meno che qualcosa non cambi rapidamente.
I problemi non sono esclusivamente ad appannaggio del settore assicurativo britannico, ma anche di quello europeo. Gli organismi di regolamentazione del Regno Unito e dell’UE hanno recentemente firmato memorandum d’intesa (MoUs). Si tratta di accordi non vincolanti tra due o più parti che manifestano un interesse comune ad agire per raggiungere un obiettivo.
In questo ambito, il Regno Unito e l’UE hanno definito diverse aree di cooperazione tra loro su vari problemi finanziari, tra cui specifiche questioni assicurative. Gli organismi coinvolti sono l’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali o professionali (EIOPA) l’Area economica europea (EEA), la Banca d’Inghilterra e la Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito.
Tuttavia, tali accordi diventeranno legalmente applicabili nel momento in cui i documenti del MoU diventeranno un vero e proprio contratto, esaminato ed approvato da entrambi le parti. Ciò significa che, in ultima analisi, spetterà ai singoli paesi dell’UE decidere in merito al rapporto che avranno con il settore assicurativo del Regno Unito in futuro.