La Corte di giustizia dell’Unione europea ha stabilito che i fondi concessi nel 2014 dal Fitd (Fondo Interbancario) alla Popolare di Bari per salvare Banca Tercas, all’epoca bocciato dall’Antitrust Ue, non erano da considerarsi aiuti di Stato. Nel 2016, il ricorso contro fu presentato sia dalla banca in questione che dallo Stato italiano. Di fatto, la decisione allora presa dalla Commissione europea è stata annullata.
I giudici si sono pronuncianti affermando che “la Commissione ritenne, in modo erroneo, le misure a favore di Tercas come aiuti proveniente da risorse statali e quindi imputabili allo Stato italiano”.
La storia in questione racconta che, nel 2014, la Fitd decise di coprire il deficit patrimoniale di Tercas e di concedere all’istituto di credito delle precise garanzie. In precedenza, la popolare di Bari aveva manifestato l’intenzione di sottoscrivere un aumento di capitale della banca abruzzese, a patto che il fondo venisse destinato a copertura del deficit patrimoniale. La Commissione europea, accortasi della cosa, svolse delle approfondite indagine, le quali portarono ad una conclusione: aiuti di Stato. La Corte di giustizia ha definito tale conclusione “erronea”.
Antonio Patuelli e Giovanni Sabatini, rispettivamente Presidente e Direttore Generale dell’ABI, sono molto soddisfatti su quanto emerso e chiedono che “la Commissione europea provveda immediatamente a rimborsare sia i risparmiatori che le banche danneggiati da errate conclusioni”. Pautelli calca ancora di più la mano: “Farebbe bene Margethe Vestager a fare ammenda e dimettersi. Grazie alle sue errate decisioni, ha aggravato la crisi bancaria in Italia”.
Quest’ultima dichiarazione ha una sua logica poiché l’allora presidente del Consiglio Mattero Renzi fu costretto a salvare quattro banche (Tercas, Cassa di Risparmio di Ferrara, Banca Marche e Banca popolare dell’Etruria) tramite il burden sharing e il ricorso alla risoluzione. Ciò impose degli oneri agli azionisti ed ai titolare delle obbligazioni subordinate. La conseguenza? Risparmi andati in fumo e aggravamento della crisi del sistema bancario italiano.