Dopo aver raccolto, lo scorso anno, circa 39,5 miliardi di euro di imposte, il fisco picchierà duro sugli immobili anche in questo 2019. Le tasse sulle casa, ormai a tutti gli effetti un bene di lusso, sono la somma di diverse imposte: Tasi, Ime, Irpef, Ires, cedolare secca per gli affitti, registro e bollo, successione e donazione, Iva sugli immobili di nuova costruzione.
A dare maggiore peso al quadro generale è lo sblocco delle leva fiscale promosso dai Cinque Stelle, il quale consentirà ai Comuni di ritoccare le aliquote. Parliamo, in particolare, di Imu e Tasi. Nel 2018, dei 39,5 miliardi raccolti dal fisco, 20,2 miliardi sono soltanto delle due imposte. Attualmente, su tutto il territorio italiano, un comune su 10 ha avviato le procedure dell’aumento dell’Imu. Situazione che dovrebbe protrarsi anche nel 2020, soprattutto se verrà convertito in legge il dl Crescita e se, dopo l’estate, verrà approvata la nuova Legge di Bilancio.
Ma non è solo il numero delle imposte sugli immobili a preoccupare il cittadino italiano. E’ in procinto di partire la Super-anagrafe, ossia il controllo dei movimenti di ogni titolare di conto corrente. Creata per scovare gli evasori, questa procedura incrocerà i dati in possesso della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate. Nelle loro banche dati, saranno presenti non solo le operazioni di accredito e prelievo di ogni persona fisica, ma anche la somma degli addebiti e degli accrediti, i saldi di inizio e fine anno e la giacenza annuale media.
Se lo scorso anno, in via sperimentale, la procedura era stata applicata alle società a responsabilità limitata, onde scovare grosse somme di denaro ricevute e successivamente omesse nella dichiarazione dei redditi o dell’Iva, adesso con la Super-anagrafe verrà applicata a tutte le società che hanno presentato la dichiarazione dei redditi nel 2017. Riuscirà questa nuova procedura incrociata in stile “Grande Fratello” a dissuadere un individuo nel non pagare le imposte dovute allo Stato?