In vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, Matteo Salvini ha rilasciato alcune dichiarazioni che non stanno affatto aiutando il clima già piuttosto teso che si respira all’interno del governo. “Se servirà, infrangeremo il limite del 3% o quello del 130-140%, e tireremo dritti”, ha detto minacciando uno sforamento dei parametri Ue in materia di conti pubblici. “Il 26 maggio si vota per l’Europa – ha aggiunto – ed è fondamentale che gli italiani ci diano una mano a cambiare questa Europa affinché vengano messi al centro i diritti e il lavoro”.
Parole, queste, che stanno creando malumori all’interno della stessa area di governo. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, ha infatti chiosato: “E’ da irresponsabili far aumentare lo spread come sta accadendo in queste ore per via di chi parla di sforamento del rapporto debito-Pil, che è ancora più grave dello sforamento deficit-Pil”.
Il leader del Movimento 5 Stelle, in risposta al collega della Lega, ha aggiunto: “Prima di parlare a vanvera su debito e Pil mettiamoci a tagliare tutto ciò che non è stato tagliato in questi anni di evasione e di spending review anche dal punto di vista degli enti locali, che come è noto sono punti di spreco”.
La tensione nel governo continua quindi a tagliarsi con un coltello, tanto più perché arriva al margine del voto europeo, e soprattutto perché riguarda ora un tema, la finanza pubblica, che in teoria avrebbe dovuto essere quello su cui si cuciva il punto di contatto tra Lega e Movimento 5 Stelle. Persino il leghista e sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, ha detto: “Se il livello di litigiosità resta questo anche dopo le elezioni europee, mi sembra chiaro che non si potrà continuare ad andare avanti”.