Al fine di garantire la stabilità finanziaria, la prima domanda da porsi è quale tipo di crisi abbia vissuto l’Unione europea e in particolare la zona euro. Esistono diversi tipi di crisi finanziarie che i paesi possono sperimentare, in particolare quella bancaria, quella del debito sovrano e quella della bilancia dei pagamenti.
Sebbene siano spesso interconnessi e uno possa causare il verificarsi dell’altro, sono di natura diversa. In una crisi bancaria sistemica, molte banche si trovano in gravi rischi di insolvenza; questa tipologia di crisi fu avvertita a livello globale durante la recessione finanziaria a partire dal 2007. Ciò causò il crollo del mercato immobiliare, il quale portò gli investitori a non essere in grado di rimborsare prestiti bancari; a loro volta, le banche furono preda dell’insolvenza e quindi furono necessari gli interventi governativi.
Cosa ha imparato l’UE dalla crisi bancaria?
L’unione bancaria è stata fondata in risposta alla crisi finanziaria ed è prevista nella tabella di marcia dei presidenti della Commissione, del presidente del Consiglio europeo, della Banca Centrale Europea e dell’Eurogruppo, presentata nel 2012 e che si basa su tre pilastri, tra cui il primo è quello del Single Supervisory Mechanism (SSM). In base a questo meccanismo, la BCE e le autorità di vigilanza nazionali verificano che le istituzioni finanziarie rispettino le normative europee.
Dopo la crisi bancaria, c’è stato un approccio più centralizzato, incentrato sulla trasparenza. Prima della crisi, la maggior parte dei regolamenti bancari erano basati su direttive, che dovevano essere attuate dagli Stati membri e questo processo di attuazione ha portato a varie differenze. Nel 2009 è stato creato il Single Rulebook, che è applicabile in tutta la zona euro e non richiede implementazione. In tal modo ha generato un quadro normativo unificato per tutte le banche.
Il secondo pilastro è il meccanismo di risoluzione unico, che mira a ristrutturare le banche a rischio fallimento in modo che una fallita non abbia un impatto negativo sull’economia in generale. Il terzo pilastro dell’unione bancaria è l’European Deposit Insurance Scheme, che non è finalizzato ma mira a garantire depositi inferiori a 100.000 euro.