L’Autorità Bancaria Europea (ABE) ha stimato il contraccolpo che dovranno assorbire le banche di capitali dell’UE, già in difficoltà, per conformarsi alle nuove regole globali. Secondo le autorità, il deficit di capitale degli istituti bancari maggiori per mettersi in linea con le nuove riforme si aggirerebbe intorno ai 135 miliardi di euro.
Introdotte verso la fine del 2017, queste regole hanno la finalità di rendere le banche più resilienti ad un’eventuale prossima crisi. Verranno gradualmente introdotto a partire dal 2002 e diverranno pienamente operative entro il 2027, praticamente venti anno dopo l’inizio della più grave crisi finanziaria dei tempi moderni.
Non certo belle le previsioni rilasciate dall’ABE. Le banche si sono affidate totalmente ai propri modelli interni di rischio per calcolare la quantità di capitale che dovrebbero detenere, mentre contemporaneamente lottano con una redditività stagnante. Le nuove regole, elaborate dal Comitato di Basilea, videro subito l’opposizione da parte di Francia e Germania, giudicandole troppo penalizzanti per le proprie istituzioni finanziarie.
Le banche dell’Eurozona subiranno un aumento del 24,4% dei loro livelli minimi di capitali per conformarsi alle nuove regole. In particolare, il capitale di base della Deutsche Bank potrebbe diminuire di 4,5 punti percentuali, mentre per gli altri grandi gruppi bancari europei la diminuzione si aggirerebbe intorno ai 2,8 punti percentuali.
Attualmente, il deficit di capitale stimato è di 135 miliardi di euro, appartenente quasi interamente alle grandi banche, ma potrebbe ridursi a 58,7 miliardi di euro se le banche dovessero mantenere il livello di profitti del periodo 2014-2018. Quando le regole furono approvate, il deficit di capitale ammantava a 277 miliardi di euro.
L’ABE, che di recente si è trasferita da Londra a Parigi, garantirà che le nuove regole verranno applicate equamente in tutta l’UE.