Per allentare la politica monetaria e sostenere la crescita economica, la Cina ha leggermente tagliato il tasso primario. Piccoli passi anziché grandi misure politiche per contrastare il rallentamento economico in corso, che potrebbe raggiungere l’apice il prossimo anno.
Molti economisti ritengono che la tendenza negativa potrebbe essere attenuata con una tregua della guerra commerciale con gli USA. In questo modo, la crescita potrebbe stabilizzarsi intorno al 6% nel 2020 o persino rimbalzare leggermente.
La Banca Popolare Cinese, banca centrale del paese, ha tagliato il tasso primario sui prestiti di 5 punti base nella giornata di ieri ed ha ordinato ai finanziatori statali di allineare i loro tassi di prestito al benchmark. Il tasso di interesse sui prestiti è stato fissato da 18 banche commerciali al 4,15% per le scadenze annuali. Il mese scorso il tasso era al 4,20%.
Il tasso primario a cinque anni, generalmente utilizzato come tasso di riferimento per i nuovi prestiti ipotecari, è stato ridotto al 4,80%.
Questo taglio è il risultato della politica monetaria della banca centrale, cha ha abbassato i tassi che le banche devono pagare per prendere in prestito denaro. La Banca Popolare Cinese ha anche ridotto di cinque punti base il tasso sul suo strumento di prestito a medio termine, che viene utilizzato per fornire finanziamenti alle banche in modo da ridurre i costi.
Non è chiaro ancora se i tassi di interesse leggermente più bassi porteranno a maggiore prestiti bancari a sostegno dell’economia. Intanto, la banca centrale ha voluto puntualizzare un concetto: nessuno stimolo totale, ma normale politica monetaria. Quindi, nessuna intenzione di seguire quanto fatto quest’anno dalla Federal Reserve e dalla Banca Centrale Europea.