Da ieri, lo scontrino elettronico è diventato obbligatorio per tutti i commercianti. Sono circa un milione e mezzo quelli coinvolti e che dovranno essere dotati di un registratore telematico.
Con questa rivoluzione nell’ambito commerciale, il governo giallorosso intente recuperare circa 1,2 miliardi di euro di mancato gettito. Il problema, evidenziato dallo stesso ministero dell’Economia, è che non tutti i commercianti sono pronti. Degli 1,6 milioni di vecchi apparecchi fiscali, soltanto il 30% circa è in grado di emettere gli scontrini elettronici. Quindi, più di un milione di questi andrà aggiornato o, addirittura, sostituito.
Dopo gli esercenti con un volume d’affari superiore ai 400.000 euro (il cui obbligo dello scontrino elettronico era scattato a luglio 2019), tocca a tutti gli altri. Ma la strada da percorrere è lunga e tortuosa. L’intento di recuperare 1,2 miliardi di euro deve già affrontare degli ostacoli, tra cui la moratoria prevista sulle sanzioni, la quale garantisce agli esercenti 6 mesi di tempo per dotarsi dei nuovi registratori di cassa fiscali.
Scetticismo sulla reale efficacia dello scontrino fiscale è stato avanzato dallo stesso Ufficio Parlamentare di Bilancio. Il parere è che, se da un lato riuscirà a scoprire chi versa meno di quanto dovuto, dall’altro non risolverebbe il problema della mancata emissione da parte di alcuni esercenti. Memorizzare e trasmette in via telematica i corrispettivi non garantisce una reale risoluzione dell’evasione fiscale poiché potrebbe verificarsi un tacito accordo tra acquirente e venditore sulla non emissione dello stesso scontrino.
Per quanto riguarda i nuovi registratori di cassa telematici, il prezzo va dalle 200 ai mille euro e dipende dalla tipologia dell’apparecchio e dalle funzioni che dispone. Sull’acquisto è prevista una detrazione fiscale del 50%, mentre per l’aggiornamento è di 50 euro.