In un suo rapporto, il gruppo ambientalista Greenpeace ha messo in evidenza come 24 banche che partecipano al World Economic Forum di Davos abbiano elargito finanziamenti del valore di 1,4 miliardi di dollari al settore degli idrocarburi, nonostante l’accordo di Parigi del 2015 avesse fissato gli obiettivi per la riduzione delle emissioni.
Oltre che delle banche, il rapporto parla anche di importanti compagnie assicurative e fondi pensioni che partecipano annualmente al Forum e che continuano a sostenere le industrie che inquinano l’atmosfera, come quelle di carbone. Tra le banche, JP Morgan viene indicata come quella che ha finanziato maggiormente l’industria degli idrocarburi, con circa 195 miliardi di dollari dal 2015 ad oggi.
Jennifer Morgan, direttore esecutivo di Greenpeace International, ha dichiarato: “Banche, compagnie assicurative e fondi pensioni presenti a Davos sanno benissimo dell’esistenza dell’emergenza climatica. Eppure, continuano ad essere complici di chi inquina l’ambiente. Sostenendo l’industria dei combustibili fossili, stanno continuando ad alimentare la crisi ambientale e finanziaria. Gli uomini che rappresentato queste istituzioni affermano di voler salvaguardare l’ambiente, ma in realtà pensano soltanto al profitto a breve termine”.
Le banche elencate nel rapporto come finanziatrici del settore dei combustibili fossili sono: JP Morgan Chase, Citi, Bank of America, RBC Royal Bank, Barclays, MUFG, TD Bank, Scotiabank, Mizuho e Morgan Stanley.
In merito al rapporto di Greenpeace, un portavoce di Barclays ha dichiarato: “Riconosciamo che il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide che il mondo odierno deve affrontare.Vogliamo fare il possibile per sostenere la transazione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Nel 2018 abbiamo sbloccato 27,3 miliardi di dollari in finanziamenti sociali e ambientali in tutta la nostra attività, tra cui obbligazioni verdi e finanziamenti rinnovabili”.