La pacchia per i pensionati italiani che si trasferiscono in Portogallo pare ormai ai titoli di coda. Il perché lo fanno è chiaro: pagare meno tasse e percepire un assegno pensionistico di circa 2.800 euro, uno dei più alti per i residenti all’estero.
Insomma, il Paese è diventato un vero e proprio paradiso fiscale. Lo straniero, per non pagare le tasse per 10 anni, deve vivere in Portogallo almeno per 6 mesi all’anno. Saranno state le continue pressioni internazionali, ma Lisbona potrebbe realmente introdurre una tassazione del 10% sul reddito che un pensionato percepisce nell’arco di un anno. Quindi, fine delle agevolazioni fiscali introdotto dopo la crisi finanziaria del 2008.
Il suggerimento per l’introduzione di questa tassazione arriva direttamente dal partito socialista. Verrebbe introdotto un emendamento alla legge di bilancio, che andrebbe ad imporre l’imposta ai pensionati. Catarina Mendes, leader del gruppo socialista in Parlamento, ha dichiarato: “Niente più esenzione dalle tasse per i residenti non regolari. Sulle loro entrate dovranno pagare un’aliquota del 10%”. Anche se l’emendamento deve essere ancora sottoposto a votazione, è molto difficile che non passi, considerando che su 230 seggi i deputati socialisti ne occupano 108.
Non è la sola agevolazione fiscale che attira gli stranieri in direzione Portogallo. Il Paese, oltre ad avere un clima mite, ha un costo della vita piuttosto basso se confrontato con il resto d’Europa. Inoltre, la criminalità è praticamente inesistenti e il sistema sanitario è uno dei più efficienti al mondo.
L’esenzione fiscale è ad appannaggio di chi vive in Portogallo da almeno sei mesi e non è mai stato residente abituale nei 5 anni che precedevano la richiesta. Invece si ottiene lo status di residente abituale quando, ogni anno, lo straniero vive nel Paese per 6 mesi e un giorno.