Il ministro dell’Economia Gualtieri è stato chiaro: semplificazione, alleggerimento della pressione fiscale e progressività. Insomma un Fisco meno opprimente per i contribuenti italiani. Il punto di partenza è la riforma dell’Irpef attraverso una legge delega prevista ad aprile. Bisogna soltanto aspettare che sul tavolo dei negoziati arrivino le proposte dei partiti. Italia Viva vorrebbe una riforma integrale, mentre i Cinque Stelle propenderebbero per un modello a tre aliquote.
Tra le varie proposte, si sta però facendo sempre più strada il modello tedesco della progressività continua, che piace molto al PD e al LEU. Naturalmente, siccome si tratta di un meccanismo complesso, che cambia continuamente ad ogni modifica del reddito, serve prima un’analisi tecnica approfondita.
La prima proposta è arrivata dal gruppo di lavoro Astrid. Ernesto Longobardi, Corrado Pollastri e Alberto Zanardi hanno condotto un’analisi basandosi sull’ultimo intervento a favore del cuneo fiscale. Per rifarsi al modello Irpef tedesco, serve una funzione che venga applicata al reddito calcolando direttamente l’imposta e eliminando le detrazioni collegare a tutte le tipologie di reddito. Ciò offrirebbe ai contribuenti un’Irpef più semplice, senza salti d’imposta e di facile lettura.
Essenzialmente, la nuova imposta applicherebbe una percentuale ad ogni livello di reddito, senza però superare il 43%, aliquota marginale massima. Insomma, si avrebbero aliquote differenziate per pensionati, autonomi e dipendenti.
Numeri alla mano, il modello tedesco dell’Irpef offrirebbe un vantaggio medio di 284 euro a 9 milioni e mezzo di pensionati italiani e di 382 euro ai quasi 10 milioni di lavoratori dipendenti. Il totale è di 6,4 miliardi di euro, di cui 2,7 per i pensionati e 3,7 per i lavoratori dipendenti.