Scuola, Coordinamento Nazionale Docenti Diritti Umani ha pubblicato un comunicato per chiedere al governo di intervenire in modo più efficace.
Il Coordinamento Nazionale Docenti nella Disciplina dei Diritti Umani ha pubblicato un comunicato in cui chiede al governo e al Comitato Tecnico Scientifico di fornire delle risposte adeguate a fronte dell’aggravarsi della pandemia di coronavirus nel paese.
In particolare viene sottolineata la precaria condizione in cui si ritrovano i docenti e gli studenti nel mondo della scuola, e viene velatamente fatto intendere come la scelta di non aver effettuato i tamponi prima dell’inizio dell’anno scolastico esponga queste categorie a dei rischi che potevano risultare facilmente prevedibili.
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Scuole, cosa dice il comunicato del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani
Qui, di seguito il documento integrale del comunicato inviato alla redazione Scuola Informa:
Continua la crescita inarrestabile dei contagi in Italia che al 18 ottobre fanno registrare 11.705 nuovi casi (Lombardia 2975, Campania 1376, Lazio 1198, Piemonte 1123, Toscana 906), 69 morti e 750 ricoverati nelle terapie intensive. Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani verifica che attualmente c’è molta confusione nel mondo scientifico basta considerare le dichiarazioni sulla crescita fatte da Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del CTS: “Vuol dire una crescita che tende a moltiplicarsi per un numero fisso, siamo invece in una crescita lineare. Bisogna considerare anche che meno di un terzo dei positivi sono soggetti sintomatici” a cui ha fatto subito eco la risposta su Twitter da parte di Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE ed editorialista del Sole 24 Ore Sanità: “Dimentichiamoci dei contagi, lasciamo perdere i ricoverati con sintomi e guardiamo solo le terapie intensive: 358 casi l’8 ottobre, 750 il 18. Questa è una crescita lineare?”.
Attualmente nelle scuole italiane potrebbero esserci tantissimi studenti asintomatici. I protocolli di sicurezza non ne prevedono la segnalazione e la messa in sicurezza di fronte a tale situazione. I docenti sono esposti quotidianamente a rischi incalcolabili. Gli effetti di aver contratto il virus in ambiente scolastico non si percepiscono nell’immediato, ma solo dopo alcuni giorni, per cui risulterà impossibile ricostruire la filiera dei contatti.
Per il momento da quanto si evince dai media e dal silenzio della politica non si parla di rinnovo contrattuale e nemmeno di indennità rischio contagio.
In ragione di quanto affermato, chiediamo al CTS e al Ministero di trovare delle risposte adeguate al più presto, perché la stagione invernale è ancora lontana, ma gli auspici sono pessimi.
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