In Italia un bambino su tre è sovrappeso. Lo afferma una ricerca condotta dall’Iss fornendo dei dati molto utili a comprendere un problema.
Fanno poca attività fisica e tendono ad avere una dieta decisamente poco sana.
Questo il quadro che viene delineato da una ricerca condotta dal Servizio Epicentro dell’Istituto Superiore della Sanità che ha evidenziato come il 29 per cento dei bambini in Italia hanno problemi legati al sovrappeso.
Per quanto riguarda la composizione di questa casistica, il 20 per cento di questi sono soggetti in sovrappeso mentre il restante 9 per cento sono obesi. Va inoltre precisato che i soggetti che invece risultano gravemente in sovrappeso non sono compresi in questa statistica. I dati fanno riferimento all’anno 2019 e sono stati elaborati da Okkio alla salute, un sistema di sorveglianza nazionale che è stato creato dall’Osservatorio Naiznale della Sanità.
Angela Spinelli, direttrice del Centro nazione per la prevenzione di malattia e promozione alla salute, ha commentato questi dati spiegando che rispetto a un decennio il dato non è affatto negativo come si potrebbe pensare. Infatti si è registrato un miglioramento “perché nel 2008 il valore complessivo era di 35,2 % poi siamo passati al 30,6% del 2016 e al 29,8 dell’anno scorso, ma c’è ancora molto da fare”.
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Un bambino su quattro beve ogni giorno una bevanda zuccherata
In ogni caso alcuni scenari che emergono dall’indagine condotta dall’Iss sono tutt’altro che confortanti. Un bambino su due non fa una colazione adeguata alle sue esigenze alimentari, uno su quattro consuma giornalmente bevande zuccherate. E anche per quanto l’attività fisica, non sembra essere una priorità delle nuove generazioni quella di fare esercizio per mantenere in salute il corpo.
Un altro dato che fa riflettere è che il 15 per cento dei bambini presi in esame da questo, dichiara di dormire meno di nove per notte in un’età in cui invece la scienza ci dice che è molto importante per il loro sviluppo che dormano molto. Per la Spinelli questi sono semplici segnali che devono spingere lo Stato a “insistere con le strategie di prevenzione e promozione dei corretti stili di vita. Anche in questo attuale contesto pandemico essendo costretti a stare in casa si può cogliere l’occasione per trasformare questa situazione in una nuova opportunità di salute, modificando in meglio le nostre abitudini alimentari e praticando del movimento anche in ambienti confinati”.
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