Recovery Fund, il veto di Polonia e Ungheria blocca di nuovo i negoziati

Il veto di Polonia e Ungheria ha nuovamente bloccato i negoziati sul Recovery Fund. Una scelta che è stata criticata da molti esponenti europei.

Il Recovery Fund subisce l’ennesimo stop nelle trattative.

Se fino a qualche giorno fa a Bruxelles filtrava un certo ottimismo riguardo i negoziati tra Consiglio e Parlamento Europeo, adesso è arrivato il veto di Polonia e Ungheria. L’accordo da formalizzare concerne il bilancio Ue 2021-2027 e la composizione dei finanziamenti.

Il portavoce della presidenza tedesca in Europa Sebastian Fischer ha scritto su Twitter che i negoziati si sono arenati in quanto “i due Stati membri hanno espresso la loro opposizione rispetto ad un elemento del pacchetto, (la condizionalità sullo stato di diritto, ndr) ma non sulla sostanza dell’accordo sul Bilancio“. La scelta di queste due nazioni ha però innescato nervosismo e critiche da parte di molti esponenti di rilievo dell’Unione Europea.

Il presidente del Ppe Manfrid Weber che ha dichiarato che “lo stato di diritto non riguarda un Paese in particolare, né riguarda l’est o l’ovest. È neutro e si applica a tutti. Se si rispetta lo Stato di diritto non c’è nulla da temere. Negare all’intera Europa i finanziamenti per la crisi nella peggiore crisi da decenni è irresponsabile. Se Viktor Orban e Jaroslaw Kaczynski vogliono interrompere l’uso di questi fondi per tutti, allora dovranno spiegarlo ai milioni di lavoratori e imprenditori, ai sindaci e agli studenti, ai ricercatori e agli agricoltori che contano sul sostegno di questi. fondi”.

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Ancora più critiche le affermazioni del Ministro agli Affari Europei Enzo Amendola che ritiene il vero problema in questa vicenda risieda nel potere di veto che viene concesso a ogni singola nazione, un diritto considerato “obsoleto per l’Ue e dannoso per chi lo esercita. O l’Europa unita si comporta da superpotenza di diritti e valori, o i singoli Stati perderanno nella competizione globale. Sosteniamo la mediazione tedesca, su NextGenerationEu e QFP non si può perdere tempo”.

Ha provato invece a smorzare le polemiche la presidentessa della Bce Christine Lagarde durante un suo intervento al World Economic Forum. La donna ha infatti spiegato che l’Ue ha reagito prontamente alle difficoltà economiche scatenata dalla pandemia di coronavirus. Si è “impostato il terreno” per prendere una direzione comune. Ma c’è ancora molto lavoro che deve essere fatto, supporto che deve essere dato, e condizioni finanziarie da creare che siano le migliori possibili per supportare investimenti e finanziamenti delle banche. Ognuno deve fare la propria parte, ma adesso vediamo la destinazione”.

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