Omicidio Chindamo, le rivelazioni del pentito Cossidente gettano una nuova luce sulla morte dell’imprenditrice agricola scomparsa nel nulla nel 2016.
Sarebbe stata uccisa perché si era rifiutata di vendere alcuni suoi terreni a un trafficante di droga che ne ha in seguito fatto sparire il corpo. Questa la testimonianza resa dal pentito Antonio Cossidente sulla morte dell’imprenditrice agricola Maria Chindamo.
L’uomo ha raccontato agli inquirenti di aver appreso questa terribile verità da Emanuele Mancuso, figlio del Boss Pantaleone. La donna era sparita nel nulla nel 2016 mentre si trovava all’interno della sua impresa agricola. Il sito ilvibonese.it è riuscita a raccogliere parte delle dichiarazioni che il pentito ha fatto ai Ros: “Mi disse che lui era amico di un grosso trafficante di cocaina, detto ‘Pinnolaro’, legato alla famiglia Mancuso da vincoli storici e mi disse che per la scomparsa della donna, avvenuta qualche anno fa, c’era di mezzo questo ‘Pinnolaro’ che voleva acquistare i terreni della donna in quanto erano confinanti con le terre di sua proprietà. ‘Pinnolaro’ aveva pure degli animali, credo che facesse il pastore e questa donna si era rifiutata di cedere le proprietà a questa persona”.
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Omicidio Chindamo, le rivelazioni del pentito Cossidente
L’uomo che Cossidente chiama Pinnolaro sarebbe secondo gli inquirenti Salvatore Ascone, un 53enne che risulta già indagato nell’omicidio Chindamo con l’accusa di omicidio colposo. Fino ad adesso però, le forze dell’ordine erano convinte che l’uomo si fosse limitato a manomettere le telecamere di sorveglianza.
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La storia raccontata dal pentito è invece molto diversa e apre un nuovo filone di indagine nell’inchiesta: “Mancuso mi disse anche che in virtù di questo rifiuto della Chindamo a cedere le proprietà, ‘Pinnolaro’ l’ha fatta scomparire, ben sapendo che, se le fosse successo qualcosa la responsabilità sarebbe ricaduta sulla famiglia del marito della donna, poiché il marito o l’ex marito dopo che si erano lasciati si era suicidato”.