Dopo l’approvazione dello scostamento di bilancio per il Decreto Ristori 5, sono in arrivo nuovi contributi per le categorie più colpite dalla crisi economica.
Tra i lavoratori che riceveranno i contributi del Decreto Ristori 5 ci saranno anche i professionisti senza Partita IVA. Questo è quello che emerge dalle ultime ipotesi. Il provvedimento è stato pensato per prestare sostegno alle categorie di cittadini più colpiti dall’emergenza sanitaria da Coronavirus e dalle relative restrizioni.
L’approvazione del nuovo scostamento di bilancio da parte del Parlamento sancisce di fatto il via libera per il nuovo decreto. Dopo il decreto Cura Italia, il decreto Rilancio, il decreto Agosto e già 4 decreti Ristori, arriverà anche il quinto e sarà sulla falsa riga dei precedenti. All’interno della misura sono provisti contributi a fondo perduto, bonus e indennizzi.
I lavoratori, però, sono in attesa di conoscere quale sarà il destino della cassa integrazione e dello stop ai licenziamenti.
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Decreto Ristori 5, cosa succederà alla cassa integrazione e al divieto di licenziamento
Con il nuovo Decreto Ristori la cassa integrazione sarà prorogata per altre 26 settimane. Inoltre, il timore che la fine del divieto di licenziamenti possa portare molti italiani a ritrovarsi senza lavoro sta spingendo l’esecutivo verso un ulteriore slittamento.
Il blocco attuale scadrà il 31 marzo 2021. Il Ministro dell’Economia Gualtieri ha fatto sapere che ci si sta orientando nella direzione di un nuovo stop, ma soltanto per i settori più colpiti dall’emergenza. Al momento devono rispettare il blocco dei licenziamenti quei datori di lavoro che hanno fatto richiesta della cassa integrazione per causa Covid.
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Il fatto che finora la cassa integrazione e il divieto di licenziare siano andati di pari passo lascia supporre che alla proroga dell’ammortizzatore sociale corrisponderà anche quella dei licenziamenti.