Equitalia, la Polizia Municipale chiede il recupero coattivo di tantissime multe non pagate tra il 2016 e il 217. Cifre per un totale di oltre un milione di euro.
Oltre un milione e 300 mila euro di debiti: è a questa cifra che corrisponde il totale delle multe non pagate dagli abitanti di Bitonto in provincia di Bari tra gli 2016 e 2017. E adesso la Polizia Municipale è intenzionato a recuperare tutto il credito attraverso l’ex Equitalia, nonché la nuova Agenzia delle entrate/riscossioni per recuperare il credito.
Si tratterebbe di una procedura lecita e autorizzata dalla dall’art. 27 della legge 689 del 24/11/1981. Questa, del resto, permette il recupero di una somma dovuta allo Stato con tanto di interessi in caso di inadempienza piuttosto lunga. Quindi, anche se sono passati diversi anni, è assolutamente possibile chiedere quanto dovuto.
Precisamente il testo giuridico riferisce che: “in caso di ritardo nel pagamento la somma dovuta è maggiorata di un decimo per ogni semestre a decorrere da quello in cui la sanzione è divenuta esigibile e fino a quello in cui il ruolo è trasmesso all’esattore. La maggiorazione assorbe gli interessi eventualmente previsti dalle disposizioni vigenti”.
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E non finisce qui: a dar manforte a Gaetano Paciullo, dirigente della polizia municipale che ha già annunciato il provvedimento, è anche l’articolo 203 del codice stradale “qualora il pagamento non sia avvenuto nel termine di 60 gg. dalla notificazione o contestazione del verbale di contestazione e non sia stato proposto ricorso o opposizione, il verbale stesso, in deroga alle disposizioni dell’Art. 17 della L.689/81, costituisce titolo esecutivo per una somma pari alla metà del massimo della sanzione amministrativa edittale, con l’aggiunta delle spese di procedimento”.
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Ed è qui, dunque, che scatta il ritiro coattivo autorizzato attraverso l’ente pubblico che si occupa delle riscossioni. Una procedura tuttavia non banale per il Comune, poiché costerà oltre 41 mila euro per avviare il ricordo e innescare la macchina burocratica. Ma ne dovrebbero rientrare appunto 1 milione e 300 mila euro, frutto di 839mila euro di sanzioni non pagate nel 2016 più altri 475mila euro circa per l’anno successivo.