Pensioni flessibili, uno dei possibili punti del programma Draghi

Mario Draghi ha iniziato a lavorare al programma di governo e tra i punti principali ci sono pensioni flessibili e meno tasse.

Pensioni flessibili
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Il presidente incaricato, Mario Draghi, ha lavorato tra sabato e domenica ai punti del piano che illustrerà ai partiti a partire dalla giornata di oggi 8 febbraio. Le priorità sono le imprese, il lavoro e la sanità.

Draghi ha trascorso il week end a Città della Pieve, lontano da giornalisti e fotografi. Qui avrebbe lavorato ai punti nevralgici del suo programma, come le pensioni flessibili.

Diversi giornali hanno riprese e commentato questa notizia. Il quotidiano Repubblica, ad esempio,scrive: “«Gli incentivi – è uno dei suoi capisaldi – devono creare nuovi lavori, non salvare quelli vecchi». Così come il sostegno pubblico alle aziende non può che essere mantenuto e rafforzato durante una stagione di stagnazione prolungata, ma non per quelle destinate comunque a fallire“.

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Pensioni flessibili e le altre misure attese

Pensioni flessibili
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Draghi lascerà scadere quota 100 senza rinnovarla. Secondo quanto diffuso in questi giorni, il presidente incaricato vorrebbe introdurre un sistema di flessibilità di uscita – le cosiddette pensioni flessibili. Per farlo ci sarà bisogno di rafforzare gli istituti come Opzione Donna e Ape Social per le categorie più fragili o impegnate in occupazioni pesanti.

Altro capitolo molto interessante è quello sulla pressione fiscale. La direzione verso cui si dovrebbe andare è quella di un alleggerimento dell’imposizione sui redditi medi e medio-bassi.

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Sempre Repubblica ha commentato questa decisione asserendo che: “Concretamente per quanto riguarda l’Irpef il modello da adottare dovrebbe essere quello tedesco, caratterizzato da aliquote continue e da una crescita più graduale del prelievo. Ma ci sono anche altre correzioni da fare, in direzione di una maggiore progressività effettiva: ad esempio il parziale ritorno dei redditi da capitale nella base imponibile dell’imposta sul reddito, con alcune esclusioni, il riordino delle tax expenditures (ed anche dei sussidi ambientali), la razionalizzazione delle imposte indirette e l’ulteriore spinta sul fisco telematico.”

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