Nel mese di marzo si passerà dal pagamento anticipato delle pensioni alla riduzione dell’assegno percepito per il ricalcolo di due varianti.
Diverse novità coinvolgeranno le pensioni nel mese di marzo. Tra queste ci sarà il passaggio dal pagamento anticipato alla riduzione dell’assegno percepito a causa del ricalcolo di due varianti. Si tratta di IRPEF e addizionali comunali e regionali.
In questi ultimi giorni, il tema delle pensioni è uno degli argomenti al centro del dibattito pubblico. Sono molti i lavoratori che si chiedono quale strada si delineerà con il presidente incaricato Mario Draghi.
Al momento ci sono solo tante le ipotesi. Tra queste, però, sembra concretizzarsi l’idea di eliminare le pensioni anticipate – come Quota 100 e APE Sociale – per tornare nella direzione delineata in precedenza dalla celebre Legge Fornero.
Come anticipato, non si hanno ancora notizie ufficiali sull’argomento e per averne bisognerà attendere che il governo tecnico inizi a lavorare.
Leggi anche: Pensioni flessibili, uno dei possibili punti del programma Draghi
Pensioni, le novità per il mese di marzo
Per il mese di marzo alcuni pensionati si vedranno corrispondere un assegno con un importo minore rispetto al solito. Questo perché si procederà con il ricalcolo di due varianti.
La prima concerne il prelievo fiscale, dal momento che, nel mese di marzo, oltre alle solite trattenute Irpef e addizionali regionali e addizionali comunali del 2020, ci sarà anche la trattenuta per l’acconto addizionale comunale 2021. Tale procedimento non è cosa nuova. L’acconto addizionale comunale 2021, infatti, è soltanto la prima delle nove rate previste dalla normativa.
Leggi anche: Pensioni, cosa prevederà la riforma del governo Draghi?
La seconda variante, invece, ha a che fare con il ricalcolo Irpef per l’anno 2020. Sono coinvolti da questa variabile solo i pensionati che hanno ricevuto altre fonti di guadagno soggette a tassazione in aggiunta al reddito derivato dalla pensione.