Facebook, nuovi tentativi di phishing con messaggi privati
Un nuovo messaggio molto pericoloso gira su Facebook. Si tratta di un messaggio che se aperto può permettere a malintenzionati di prendere possesso di un profilo.
I tentativi di phishing sul web sono in aumento ed è notizia recente l’ultimo messaggio che sembra arrivare da un account amico su Facebook con semplicemente la domanda “is that you?” tradotto “sei tu?”: si tratta dell’ennesimo tentativo di carpire i nostri dati sensibili.
Questo messaggio che sembra innocuo in realtà nasconde una vera e propria minaccia. Si tratta di un sistema già utilizzato negli anni precedenti per tentare di infilarsi in un profilo e utilizzarlo per poi prendere possesso di altri profili, raccogliendo così una mole enorme di dati sensibili.
Il meccanismo ha già fatto diverse vittime non solo in Italia ma in tutta Europa. Il modo migliore per difendersi è fermarsi e assolutamente non aprire nessun messaggio anche se arriva da un profilo che è tra i nostri amici, se il messaggio invita a fare clic su link che riportano fuori dalla piattaforma Facebook.
Una volta cliccato su questo genere di link è poi quasi automatico che i nostri dati personali vengano raccolti da malintenzionati, o in alternativa potrebbe esserci richiesto di inserirli. In particolare Bisogna stare molto attenti a questo genere di tentativi di intrusione nei nostri profili Facebook, perché è molto facile raccogliere anche le foto, che potrebbero venire utilizzate o per portare avanti altre truffe, o per fini non comunque leciti.
Grazie al sistema del messaggio su Facebook, per esempio, un hacker, che è stato arrestato di recente, era riuscito ad impossessarsi di quasi 550 milioni di profili a livello internazionale, raggiungendo ben 108 Nazioni, Italia compresa. Nel database di questo pirata informatico erano finiti, oltre all’indirizzo di posta elettronica, molti numeri di cellulari ed esperienze lavorative nonché, come dicevamo prima, moltissime foto.
In alcuni casi, il materiale raccolto da questo hacker, è stato scoperto finire anche a organizzazioni della malavita che utilizzavano i dati raccolti per portare avanti raggiri e operazioni illegali.