A partire dal primo marzo milioni di italiani dovranno corrispondere il pagamento dei debiti accordati con la pace fiscale.
Il 1° marzo è la data che molti cittadini hanno segnato sul calendario. In questo giorno, infatti, 2 milioni di italiani saranno chiamati a corrispondere il pagamento delle imposte concordato con la pace fiscale.
La scadenza coinvolge soltanto i contribuenti che hanno accettato la rottamazione ter, la definizione agevolata dei processi verbali di contestazione o la chiusura delle liti pendenti del 2019.
Per corrispondere il pagamento della rottamazione ter si avrà tempo fino all’8 marzo, dal momento che per legge è previsto un margine di 5 giorni – e il week end non rientra nel conteggio.
Il primo marzo, inoltre, coincide anche con la scadenza per la corresponsione delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio con termine nel 2020. Ci sono ben quattro rate della rottamazione da pagare con i termini fissati per il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre.
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Alle scadenze sopracitate, si aggiungono quelle del saldo e stralcio fissate al 31 marzo 2020 e il 31 luglio 2020.
Nel caso del saldo e stralcio non sono previsti i 5 giorni di margine: prestare attenzione.
Per quanto concerne questa soluzione, la modalità alternativa al pagamento unico era la divisione dell’importo in percentuali da corrispondere in cinque scadenze definite. Nello specifico, il 35% doveva essere pagato entro il 30 novembre 2019, il 20% entro il 31 marzo 2020 – prorogato poi al 1° marzo 2021 -, il 15% entro il 31 luglio 2020 – prorogato anch’esso al 1° marzo 2021 -, il 15% entro il 31 marzo 2021 e il 15% entro il 31 luglio 2021.
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La corresponsione delle rate prevede l’aggiunta di un 2% annuo di interessi. Questa percentuale non è stata calcolata, però, sul periodo caratterizzato dalla proroga.