Stretta sugli evasori fiscali. Strumento innovativo per la caccia agli evasori fiscale. Un algoritmo scoverà i furbetti.
E’ stato annunciato su Twitter un nuovo strumento per la caccia ai casi di evasione fiscale. Si tratta di un algoritmo che lavora sui social network per scovare i furbetti. Ora arriva la sperimentazione.
E’ arrivato su Twitter l’annuncio da parte di Gérald Darmanin, Ministro dei Conti francese, di una nuova arma per scovare i casi di evasione fiscale sfruttando i social network. Ora al via la sperimentazione che dovrebbe durare tre anni a partire dal prossimo mese di marzo.
Quello che farà l’algoritmo sarà scandagliare ciò che gli utenti posteranno volontariamente e incrocerà i dati per rilevare eventuali attività fraudolente. L’algoritmo aiuterà gli esperti non solo su Facebook, Instagram e Twitter ma anche su siti quali per esempio Airbnb.
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Ma, come stabilito dall’authority sulla privacy francese, potranno essere scandagliati e analizzati soltanto quei dati e quelle informazioni che gli utenti pubblicheranno di loro spontanea volontà: foto, stati, messaggi pubblici. Di conseguenza, nessun dato personale sensibile non accessibile liberamente sulla piattaforma.
Questa che sembra una novità, è una pratica che può essere utilizzata anche in Italia. Una circolare dell’Agenzia delle Entrate datata 2016 chiarisce infatti che si possono raccogliere anche informazioni che provengono da altre fonti, comprese le “fonti aperte“, quindi anche ciò che viene pubblicato sui social. Ed è una pratica già piuttosto diffusa anche nelle indagini condotte dalla Guardia di Finanza che, in una circolare del 2017, ha chiarito la possibilità di cercare “elementi utili non risultanti dalle banche dati” e usare “fonti aperte”.
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E in effetti ci sono anche alcune sentenze di tribunale che testimoniano come, nelle indagini, siano stati usati più di una volta i dati raccolti dai social e quelli ritrovati nelle banche dati ufficiali.