La tanto discussa e attesa riforma dell’Irpef potrebbe ritorcersi contro alcuni cittadini che rischiano di pagare fino a 3 mila euro in più.
Come preannunciato, la riforma fiscale e dell’Irpef sono tra i primi impegni nell’agenda del nuovo governo guidato da Mario Draghi.
Da tempo, infatti, anche l’Europa chiede all’Italia di attuare una riforma sia sulle pensioni sia sul sistema fiscale. La direzione indicata è quella della pressione e semplificazione. Partendo da questo, il presidente del Consiglio e il Ministro dell’Economia e delle finanze si sono messi all’opera per sviluppare un nuovo modello fiscale simile a quello danese. A tal proposito si ricorda l’opinione esposta dal Premier durante il suo discorso al Senato, ovvero che “non è una buona idea cambiare le tasse una alla volta“.
Per fare in modo che la riforma funzioni, si dovrà iniziare con un intervento sicuro sul sistema dei bonus, detrazioni, deduzioni e agevolazioni.
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In questo momento gli scaglioni Irpef sono cinque. Dal conteggio è esclusa la no tax area fissata dal fisco per i redditi fino a 8.174 euro anno. Le suddette fasce passano dal 23% per i reddito fino ai 15 mila euro per arrivare fino al 43% per i redditi oltre i 75 mila euro.
Per ogni scatto di aliquota si deve corrispondere la quota in eccedenza rispetto alla precedente. A questa possono essere aggiunte le diverse detrazioni, deduzioni e agevolazioni di cui si può beneficiare.
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Si esemplifica il concetto con un esempio. La fascia tra i 15 e i 28 mila euro fa parte dello scaglione fino al 27% sull’eccedenza di quanto già calcolato nella quota reddituale al 23%. Un cittadino il cui reddito è di 28 mila euro esatti paga 3450 euro su 15 mila euro di reddito e 3510 euro sui rimanenti 13 mila euro di reddito. Perciò, in questo caso la media dell’Irpef è di circa il 25% che grazie alle detrazioni e agevolazioni scende di un paio di punti percentuali. Con la riforma questi ultimi dovrebbero essere eliminati, portando alcuni contribuenti a pagare fino a 3 mila euro in più.