Un provvedimento del Ministero della Salute ha intimato il ritiro di alcuni grissini al sesamo con livelli elevati di ossido di etilene. Il richiamo è arrivato con 20 gg di ritardo
Il Ministero della Salute ha varato un provvedimento per il ritiro di alcuni lotti di grissini al sesamo prodotti dall’azienda Pipino e Fino, perchè passibili di contaminazione da ossido di etilene. Il richiamo che ordina il ritiro della merce da tutto il territorio è arrivato ben 20 giorni dopo il provvedimento.
Si tratta di grissini al sesamo con farina integrale lounguetes, marca Pipino e Fino, venduto in sacchetti da 200 gr. I lotti con possibile contaminazione sono i:
Nell’industria alimentare l’ossido di etilene è di grande diffusione come agente sterilizzante per prevenire la formazione di muffe, batteri, funghi ed insetti. Si trova quasi tutti i prodotti confezionati
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Si tratta di un gas molto infiammabile che ha un ampio utilizzo nell’industria chimica. Viene utilizzato come antigelo nell’industria automobilistica e nell’odontoiatria restaurativa. Nel settore bellico viene usato di frequente per il suo alto livello di esplosività se mescolato con l’aria.
Se ingerito, è un elemento a basso livello di tossicità, molto utilizzato nella conrservazione delle spezie e di semi, come appunto il sesamo. Il fisico dell’essere umano distribuisce naturalmente questo elemento per tutto il corpo e lo espelle tramite l’urina. Questo purchè si rispettino i limiti di 0,05 mg/Kg stabiliti dalla legge e dai regolamenti europei. In caso contrario può provocare disturbi quali nausea, vomito e cefalea. Se assunto cronicamente oltre i limiti può anche essere cancerogeno.
Non bisogna spaventarsi da queste informazioni. Molti eccipienti e coloranti presenti in tutti gli alimenti acquistati al supermermercato possono provocare simili effetti indesiderati se consumati in eccesso. Per questo motivo esistono limiti e controlli stabiliti dalla legge per eliminare dal mercato i prodotti nocivi alla salute.
Rimane un buon suggerimento controllare gli ingredienti contenuti nei prodotti che si acquistano (per legge, obbligatoriamente segnalati sulla confezione). L’informazione è senza dubbio il primo livello di prevenzione.