Sperimentato con successo un sistema di cybersecurity e gestione degli assembramenti ai Mondiali di sci alpino di Cortina.
Si sono conclusi lo scorso 21 febbraio i Mondiali di sci alpino a Cortina e, a prescindere dalle performance degli atleti, i è trattato di un evento fondamentale in tema di cybersecurity.
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Ai Mondiali di sci alpino che si sono tenuti a Cortina e si sono conclusi lo scorso 21 febbraio non è stato possibile far partecipare il pubblico. Ma per un evento del genere sono stati comunque previsti un gran numero di addetti ai lavori.
Questi addetti ai lavori hanno potuto svolgere il proprio compito in assoluta sicurezza, grazie a sistemi di cybersecurity che sono stati messi in atto e che, nel corso dell’evento hanno sventato 500 minacce certificate. In più hanno potuto lavorare sapendo di non essere esposti più dello stretto necessario ad un eventuale contagio da covid-19, grazie a dei dispositivi indossabili chiamati social distancing wearable, che hanno reso possibile il monitoraggio in tempo reale del numero di persone in ogni luogo durante tutto lo svolgimento dei Mondiali di sci evitando così assembramenti.
Il sistema di cybersecurity si è reso necessario perché è stata distribuita gratuitamente su piattaforma iOS e Android un’app in grado di permettere agli appassionati di sport di montagna di seguire tutti gli eventi. L’App è stata scaricata 37000 volte.
In più il sito ufficiale dell’evento ha registrato 600.000 visitatori unici. I vari canali social gestiti per i Mondiali di sci alpino di Cortina hanno registrato 20 milioni di visualizzazioni. Per far sì che tutti potessero godere dello spettacolo di Cortina anche in un momento delicato come questo, in cui non è stato possibile far partecipare il pubblico, è stato necessario mettere in campo appunto un imponente sistema di difesa digitale, che è riuscito a blindare completamente l’evento e le sue piattaforme evitando che l’ecosistema digitale creato venisse in qualche modo attaccato o utilizzato per scopi fraudolenti.
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Come dichiarato da Fabio Lalli, Chief business & Innovation officer di Iquii: “ci siamo impegnati a ridisegnare le dinamiche tecnologiche e architetturali dell’evento. Il lavoro di squadra ha consentito di fissare un punto di non ritorno nella storia del digitale, nello sport e nell’entertainment. La robusta struttura dedicata alla cybersecurity dell’ecosistema digitale e l’attenzione nei confronti della messa in sicurezza del personale e degli atleti presenti sul posto attraverso strumenti wearable, portano a pensare che questa è la nuova strada che potrà garantire lo svolgimento di eventi di tale portata in completa sicurezza“.
Quello dei Mondiali di sci alpino di Cortina è stato quindi un esperimento di cybersecurity per eventi in periodi di emergenza che ha portato a frutti decisamente positivi, dimostrando come sia possibile, nel futuro, organizzare eventi della medesima portata e mantenere la sicurezza dei partecipanti e degli spettatori. E il pensiero ora non andare alle prossime olimpiadi del 2026.