Molti cittadini si preoccupano che la Naspi possa incidere negativamente sull’assegno pensionistico.
La Naspi è l’indennità di disoccupazione assegnata a tutti i lavoratori che hanno perso involontariamente il proprio lavoro. Visto l’importo inferiore rispetto al normale stipendio, molti cittadini si chiedono quanto questa indennità possa pesare sull’assegno pensionistico.
Il sistema previdenziale italiano sostiene i lavoratori che percepiscono la Naspi permettendogli l’accesso al pensionamento anticipato. Ovviamente i cittadini dovranno essere i possesso di determinati requisiti.
Così, i disoccupati che da almeno tre mesi hanno smesso di ricevere l’indennità della Naspi possono accedere nel 2021 a diverse agevolazioni. Per prima cosa potranno ricorrere all’APE Sociale con 63 anni di età e 30 anni di contributi.
In secondo luogo, avranno la possibilità di richiedere l’accesso a Quota 41. Si potrà accedere a questa agevolazione previdenziale senza alcun requisito anagrafico e con 41 anni di contributi. Di questi, 52 settimane devono essere state versate prima del compimento del 19° anno di età.
Infine, i lavoratori che percepiscono l’indennità di disoccupazione potranno avanzare la domanda per la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA). Tale misura è prevista per i disoccupati di lunga durata con 57 anni di età e minimo 20 anni di contributi. Inoltre, dovranno essere stati versati almeno 5 anni in un fondo pensione. Per tale agevolazione non vi è la richiesta esclusiva del requisito della fruizione della Naspi.
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Nel periodo in cui si riceve l’assegno della Naspi, i cittadini continuano a maturare i contributi lavorativi utili ai fini del calcolo dell’assegno pensionistico e del diritto al pensionamento.
I contributi figurativi dell’indennità di disoccupazione rientrano nei conteggi per il pensionamento con la pensione di vecchiaia.
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Il discorso cambia nel caso di una lavoratrice che percepisca la pensione Opzione Donna. Quest’ultima, infatti, esclude i contributi figurativi dal calcolo della pensione.