Aumentano i servizi on-line per accedere della PA in Italia. Grazie a politiche già orientate sul tema nel 2020 con il decreto Semplificazioni, è consentito l’accesso tramite la Cie, lo Spid e la Cns.
Il Ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta poco tempo fa aveva già rilasciato un dichiarazione sul tema affermando sullo smart working, inteso come strumento digitale che facilita molte operazioni lavorative: “ora occorre ricondurlo ad essere uno degli strumenti di organizzazione del lavoro delle singole amministrazioni”
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In base al decreto Semplificazioni del luglio 2020, concernente il tema di innovazione digitale, si prevede che le pubbliche amministrazioni potranno garantire l’accesso ai propri servizi tramite la carta d’identità elettronica (CIE). Non è l’unica soluzione digitale introdotta, perché si lega anche all’utilizzo dello SPID, il Sistema pubblico di identità digitale e quello della CNS, la carta nazionale dei servizi. Ad oggi hanno toccato i 19 milioni il numero di emissioni di CIE per 241 pubbliche amministrazioni, così come ha evidenziato in una nota congiunta il Ministero dell’Interno e il Poligrafico.
Un discorso a parte meritano i comuni al disotto dei 5000 abitanti che rappresentano il 70 % delle amministrazioni presenti in Italia, poiché in alcuni casi, specie per le aree interne, vi è una connessione fragile ed è assente la banda larga.
Per questi comuni è prevista maggiore flessibilità per l’adesione alle CIE in qualità di pubblica amministrazione, fino all’emergenza pandemica.
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Infine è utile sottolineare come gli accessi ai servizi on-line solo nel 2020 hanno toccato oltre i 5,5 milioni, avvenuti tramite Cie, e sono stati registrati 1,8 milioni sono nel mese di gennaio 2021. Il servizio digitale in diversi campi sta stravolgendo la modalità attraverso cui gli utenti usufruiscono di un servizio, rendendolo più agevole, fluido ed accessibile.