La Banca dei Regolamenti Internazionali ha stimato una perdita mondiale di crediti in rapporto al PIL nel triennio 2020-2021: per l’Italia è pari al +2%.
La crisi pandemica, è ormai assodato, ha colpito in modo diverso paesi, persone e categorie, così come la perdita dei crediti varia poiché valutata in base alle attività produttive e di servizi che incidono in modo significativo sul PIL del Paese interessato dalla crisi pandemica.
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La Banca dei Regolamenti Internazionali con sede a Basilea ha stimato una perdita di crediti pari al 2% del PIL mondiale, dal di 1000 miliardi di dollari nel triennio 2020-2022. Ad ogni modo è un numero che rimane contenuto se confrontato con le perdite stimate nella crisi finanziaria del 2007. Questo trova giustificazione nel fatto che in linea di massima il settore più colpito è stato il Turismo che per quanto incida sul PIL mondiale, ha meno valore in termini di volume sui crediti totali.
Certamente, la crisi economico sferra colpi diversi in base alle peculiarità produttive ed economiche dei Paesi colpiti. Ciò che accumuna è il momento culmine a livello aggregato della perdita sui crediti sul PIL: questo è previsto nel 2021 e toccherà percentuali che oscillano tra 0,4 e 2,4 punti percentuali sopra rispetto i valori presenti pre-pandemia.
Le stime delle perdite di credito per Paese si modificano in base all’andamento del PIL: più gravi sono previste in Gran Bretagna (+5,1 %) e più contenuta in Cina (+0,7%). In Italia e in Francia invece la stima di aumento delle perdite è prevista al +2%.
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Infine la Germania risulta meno colpita rispetto ad altri Paesi europei, non certo per assenza del contagio rispetto gli altri Stati membri, ma poiché presenta un’incidenza minore nel settore dei servizi, quello più colpito, rispetto all’incidenza che questo presenta in termini di PIL in Francia e in Italia.