Lucio Battisti è uno dei cantanti più celebri d’Italia. Scomparso improvvisamente nel 1998, ha prodotto un repertorio di canzoni che ancora oggi fa sognare tutte le generazioni.
Complici i suoi testi romantici e poetici e la sua voce malinconica ed incisiva, i brani di Battisti vengono cantati, suonati e reinterpretati da migliaia di fan ed artisti. In qualunque falò sulla spiaggia viene cantato almeno un brano di Battisti conosciuto da tutti i partecipanti, a prescindere dall’età e dai gusti musicali.
Al suo enorme successo ha contribuito non poco il sodalizio di Battisti con Mogol. Quest’ultimo è uno dei parolieri più importanti della storia cantautoriale italiana.
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Per sua stessa ammissione Mogol non ama definirsi “paroliere”, ma autore, per sottolineare il contributo artistico e non solo tecnico ai brani che ha contribuito a produrre.
Nonostante fosse un artista ancora in erba, Battisti ebbe sin dall’inizio con la Siae un contratto da professionista. I proventi sulle canzoni standard erano suddivise così: 8% per il cantante e 4% per il paroliere.
Mogol, già affermato negli anni ’60, accettò questa ripartizione percentuale per la grande fiducia che nutriva nei confronti del giovane cantante. Ha scommesso bene. Il loro sodalizio musicale ha creato canzoni tra le più famose della storia musicale italiana.
Dopo la morte di Battisti la vedova Grazia Letizia Veronese, che detiene la quota del 56% sulle canzoni del marito, si è mostrata estremamente protettiva nei confronti dei brani del cantante. A più riprese ha ostracizzato l’utilizzo delle canzoni di Battisti a fini commerciali, causando un danno economico a Mogol, che con il suo 9% è stato privato di eventuali guadagni.
Da lì è iniziata una battaglia legale che aveva già dei precedenti morali. La vedova è stata accusata di aver contribuito alla fine della collaborazione tra Battisti e Mogol quando il cantante era ancora in vita. Una Yoko Ono con sfumature da Lady Macbeth.
La Veronese ha sempre ribadito a queste accuse asserendo che la tutela dell’artisticità e della nobiltà della produzione artistica del marito era una sua priorità, anche a discapito dei guadagni.
Mogol non ci sta. Ed inizia una lunga guerra legale che ha visto l’epilogo nel 2016. La questione riguardava l’estensione dei brani da parte della Siae anche sul web, nello specifico su Spotify.
La vedova si è nuovamente opposta, ed il Tribunale di Milano ha deciso che l’ostracismo della Veronese era ingiustificato. A Mogol è stato riconosciuto un risarcimento di oltre 2.800.000 euro.
Il patrimonio di Lucio Battisti ha un valore di 14 milioni di euro.
Per ora si può mettere la parola fine sulla vicenda, ma la vedova può ancora appellarsi alle decisioni prese dal Tribunale di Milano. Forse la storia continua.