Vicenda che ha dell’assurdo quella che lega un semplice cognome ad un errore che sta rendendo la vita di un cliente iCloud un vero tormento.
Stati Uniti, da Twitter arriva la notizia di un problema relativo al campo “cognome” di iCloud che sta impedendo ad un’utente di registrarsi e utilizzare l’app di Apple.
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Arriva da Twitter la vicenda surreale dell’americana Rachel True che si è ritrovata a non poter utilizzare iCloud, il servizio offerto da Apple che permette di immagazzinare foto nella nuvola.
Il problema sarebbe nello sviluppo del codice lato server dei servizi.
Quando si scrive il codice informatico che gestisce un programma si inseriscono, solitamente, alcune variabili: nel caso del login di un programma come iCloud per esempio NOME e COGNOME sono due variabili. A queste variabili viene poi attribuito un valore, che è quello che ciascuno di noi inserisce nei campi NOME e COGNOME, così da dare appunto un valore alle variabili. Come dire, in matematica che X vale un certo numero e Y ne vale un altro e risolvere l’equazione secondo i valori assegnati.
Ma nel linguaggio informatico esistono anche altri modi per descrivere una variabile. Uno di questi è dire se quella variabile è vera o falsa, mandando il programma verso una direzione o un’altra. Per esempio quando si spunta un’opzione in una lista si decide quali variabili fornite sono vere e quali no.
E TRUE, che significa VERO, viene utilizzata come parola che identifica la proprietà di una variabile: cioè se quella variabile c’è o non c’è.
Chi ha scritto il codice dell’iCloud deve aver probabilmente saltato le virgolette che permettono di riconoscere ciò che si inserisce nel campo COGNOME come testo e non come attributo della variabile. In questo modo, la povera signora True si ritrova con un cognome che non viene riconosciuto come tale e manda in errore l’applicativo perchè il programma si aspetta un valore non di sapere la variabile c’è.
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Seppure, a quanto pare, il problema di True non è stato ancora risolto, la protagonista di questa strana vicenda informatica potrebbe comunque guadagnare dal programma di bug bounty di Apple che premia quanti segnalino bug e in particolare vulnerabilità.