I più recenti dati ISTAT sulle vendite disegnano un ritratto dell’economia del Paese al tempo della pandemia.
Nuovi dati ISTAT sull’andamento delle vendite durante la pandemia, nei vari settori. A gennaio 2021, il calo congiunturale delle vendite è stato del -3% in valore e di circa il 4% in volume. A una forte riduzione dell’acquisto di beni non alimentari (-5% in valore e -7% in volume) si contrappone una lieve crescita dei beni alimentari.
Ma quali sono, nel dettaglio, i settori che hanno conosciuto le impennate e le discese maggiori?
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A vedere la maggiore crescita è il commercio elettronico, con uno straordinario incremento del +38%. In tempi di Covid si acquistano elettrodomestici, radio, tv (+11%) e dotazioni per l’informatica, le telecomunicazioni e la telefonia (+9%): serve tutto per non restare fuori dal mondo anche se si è isolamento, e per intrattenersi nelle lunghe giornate di lockdown.
Le flessioni più importanti riguardano invece le calzature, i prodotti in cuoio, abbigliamento e pellicceria (-33%) e, prevedibilmente, gli articoli da viaggio (-36%). Per quanto riguarda le tipologie degli esercizi, risultano favoriti gli esercizi non specializzati della grande distribuzione, con un’impressionante crescita per i discount alimentari, che aumentano le loro vendite del 14%.
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Dati che fanno emergere, con sorprendente chiarezza, le abitudini e le necessità delle famiglie italiane durante l’emergenza sanitaria: non c’è spazio per il “superfluo”, per gli abiti destinati a essere indossati raramente, ma gli apparecchi elettronici servono per il telelavoro e la DAD. Anche sui beni di prima necessità, purtroppo, si deve risparmiare, e spesso si abbandona il supermercato preferito per un’opzione più economica.