Il 10 Marzo scade la possibilità di conservare a norma le fatture. I commercialisti chiedono una proroga all’Agenzia delle Entrate.
L’introduzione delle fatture elettroniche, che permettono al contribuente o al commercialista di poter dialogare direttamente con l’Agenzia delle Entrate, ha complicato il lavoro per molti professionisti.
Le fatture da inviare vanno caricate su uno specifico server del portale dell’agenzia. Questa misura è obbligatoria da qualche anno, solo i detentori di Partita IVA a regime forfettario possono continuare a fatturare su cartaceo.
Per i commercialisti in particolare, il rapporto con il servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate non è semplice. E’ stata fissata al 10 marzo la scadenza per l’archiviazione delle fatture dal 1° gennaio 2019 ad oggi. Ma molti commercialisti non sono pronti, ed addebitano alla farraginosità del sito la causa dell’inadempimento. Secondo la categoria i problemi sono su vari fronti.
Innanzitutto l’archiviazione delle fatture è possibile solo dal giorno successivo all’emissione per motivi di privacy, ed il contribuente deve caricare manualmente la fattura che poi arriverà al commercialista.
Inoltre il sito prevede un limite al numero di fatture che si possono archiviare giornalmente e un numero massimo di documenti per ogni invio. Queste limitazioni aumentano il carico di lavoro degli studi di commercialisti che non sono preparati alla scadenza.
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La richiesta di proroga
Nadia Aprile e Raffaele Trano, componenti della Commissione Finanze della Camera, hanno richiesto formalmente una proroga alla scadenza di oggi, dichiarando che questa scadenza è l’ennesima corsa ad ostacoli.
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Le richieste principali sono 2. La proroga del termine di scadenza al 10 marzo per l’archiviazione delle fatture dal 2019 ad oggi. La possibilità per il commercialista di poter svolgere direttamente le pratiche, senza dover attendere che il contribuente abbia caricato manualmente le fatture.
Oggi la scadenza. Per ora tutto tace.