Dal 2021 l’ecotassa sulle auto ad alta emissione di CO2 è prevista anche per le vetture provenienti dall’estero.
Nel 2019 è stata introdotta l’ecotassa, un pagamento supplementare sull’acquisto di automobili che superino i limiti di emissione di CO2 previsti dalla legge. Un meccanismo inverso agli incentivi sulle auto ecologiche, ma che ha lo stesso scopo: ridurre le emissioni di biossido di carbonio nell’ambiente.
Questa imposta deve essere pagata su tutte le auto immatricolate a partire dal 1° marzo 2019. Di recente è stata introdotta un’altra postilla alla direttiva governativa: l’ecotassa è valida anche sulle auto provenienti dall’estero.
Fino a poco tempo fa la tassa sulle auto estere era dovuta solo su quelle comprate da un paese non aderente alla Comunità Europea. Il legislatore si appella alla Legge di Bilancio del 2018 che introduce il pagamento di questa imposta anche per le automobili immatricolate all’estero. Viene applicata al momento dell’immatricolazione nello stato italiano.
L’intento dell’esecutivo è chiaro, ovvero disincentivare l’acquisto di vetture inquinanti e contemporaneamente promuovere la circolazione “verde”, tentando di risolvere il problema delle emissioni nocive all’origine.
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Il Governo ha stabilito nuove fasce di valori inquinanti. L’ammontare dell’ecotassa corrisponde al livello di biossido di carbonio emesso dalla vettura. 1.100 euro per 191-210g/Km; 1.600 euro per 211-240g/Km; 2.000 euro per 241-290 g/fm; 2.500 euro oltre 291 g/km. Per sapere a quale fascia appartiene la propria automobile basta consultare il libretto di circolazione dell’auto.
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Il vivo suggerimento è di controllare l’emissione di CO2 di un’auto prima di acquistarla. Considerando i chiari obiettivi del governo, spostati sempre più verso un adeguamento ecologico alla circolazione su strada, non sorprenderebbe se le vetture più inquinanti venissero nel breve termine ulteriormente penalizzate.