Alimentazione sostenibile, Fondazione Barilla lancia un progetto per ridurre il consumo di acqua in Italia

Fondazione Barilla lancia un progetto per un’alimentazione più sostenibile a partire dalla filiera produttiva. Il risultato diventerà anche un ricettario.

Alimentazione sostenibile, fondazione Barilla lancia un progetto per ridurre il consumo di acqua in Italia
Alimentazione sostenibile, Fondazione Barilla lancia un progetto per ridurre il consumo di acqua in Italia (foto: pixabay)

Per ridurre il consumo idrico, o impronta idrica, in Italia Fondazione Barilla ha lanciato un progetto per coinvolgere tutti i passaggi della produzione nella filiera agroalimentare. Ma anche scelte più consapevoli a tavola possono aiutare a ridurre l’utilizzo di acqua.

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Alimentazione sostenibile: il problema dell’acqua nascosta

Alimentazione sostenibile, fondazione Barilla lancia un progetto per ridurre il consumo di acqua in Italia
Alimentazione sostenibile, fondazione Barilla lancia un progetto per ridurre il consumo di acqua in Italia (foto: pixabay)

Con il termine “acqua nascosta” si identifica tutta quell’acqua che è stata utilizzata per la produzione di un determinato prodotto. Ciascun cibo arrivi sulla nostra tavola, infatti, è stato prodotto a partire da alcune materie prime tra cui l’acqua. Per esempio, 1 kg di carne di manzo consuma 15.139 litri di acqua, 1 kg di legumi essiccati consuma 4.615 litri d’acqua, 1 kg di verdura fresca consuma 336 litri di acqua.

E’ chiaro quindi come anche ciò che si sceglie di portare a tavola ha un impatto a livello di consumo idrico. Maria Camilla Molino, Head of communications di Fondazione Barilla ha dichiarato “Quest’anno, la giornata mondiale dell’acqua un tema specifico: il valore diverso dell’acqua nella vita quotidiana di tutti noi, nella relazione con l’ambiente e la comunità. Acqua che, tuttavia, è minacciata da diversi fattori: la costante crescita della popolazione, la domanda dell’agricoltura, i cambiamenti climatici. Per questo, come Fondazione, vogliamo celebrare il valore dell’acqua cercando di dare risposte concrete alla sostenibilità alimentare e accompagnare le persone verso un agire consapevole e informato.”

Sempre Fondazione Barilla ha diffuso, con l’avvicinarsi della giornata mondiale dell’acqua prevista per il prossimo 22 marzo, i dati sul consumo idrico in Italia che passa per il cibo e l’alimentazione sostenibile: si tratta di 4000 litri d’acqua circa. Tradotto in esperienze concrete stiamo parlando di 33 docce.

Per far sì che a tavola gli italiani siano più consapevoli, Fondazione Barilla ha affidato a Riccardo Valentini, professore presso l’Università degli Studi della Tuscia, il progetto Su-Eatable Life. Il progetto sarà trasformato in realtà con un ricettario online nel quale saranno raccolte ricette sviluppate dal team del progetto del professor Valentini in collaborazione con chef e aziende di ristorazione che aderiranno al progetto.

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In questo modo sarà possibile avere nero su bianco l’impronta di carbonio e l’impronta idrica di ciascuna ricetta con una serie in più di suggerimenti e accortezze per rendere il pasto più sostenibile. in linea generale, il progetto Su-Eatable chiarisce che ci sono tre regole principali:

  • Adottare una dieta ricca di verdura, legumi, frutta e cereali integrali per utilizzare ingredienti con una minor impronta idrica. Con una dieta sostenibile ricca di verdure, frutta e legumi si risparmiano fino a circa 2.000 litri d’acqua con ogni singolo pasto rispetto a un menù Che contenga la carne.
  • Ridurre gli sprechi: ogni volta che buttiamo via del cibo stiamo buttando via anche tutte le risorse che sono state utilizzate per portarci quel cibo, acqua compresa.
  • Bere molta acqua e soprattutto preferire quella del rubinetto piuttosto che quella in bottiglia. Sembra assurdo, infatti, ma una sola bottiglia da un litro e mezzo di acqua comprata consuma quasi altri 2 litri d’acqua che se ne va per i processi industriali, l’imballaggio è il trasporto.

Parlando proprio delle abitudini alimentari, il professor Valentini ha commentato che “mangiare sostenibile non significa per forza prepararci del cibo da ospedale. Bisogna fare un salto di qualità e creatività. è il ruolo dell’Italia in questo sistema Food potrebbe essere proprio quello dell’Innovazione del menù“. Sulla stessa lunghezza d’onda Marta Antonelli, direttrice della ricerca di fondazione Barilla: “Da diversi studi a livello europeo è morta una certezza: adottare una dieta sostenibile implica ridurre e l’impronta idrica del 40% a livello comunitario“.

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