Se il conto corrente è il rosso la banca può ridurre il plafond. In taluni casi lo ha fatto senza preavvertire. Questa operazione è legale?
L’articolo 6 del Dlgs 11/2010 (di attuazione della direttiva 2007/64/CE) stabilisce che il contratto con l’Istituto di credito può bloccare o variare uno strumento di pagamento a fronte dell’intervenire di alcune condizioni. Tra le cause più comuni alle limitazioni presenti nei contratti, vi è “il significativo aumento del rischio che il pagatore non sia in grado di ottemperare ai propri obblighi di pagamento”.
Cos’è il plafond? Ne esistono comunemente due tipi. Il primo corrisponde al tetto massimo di spesa mensile effettuata con la carta di credito, il secondo si riferisce all’importo massimo consentito per la spesa giornaliera.
E’ una modalità molto diffusa di stipulare i contratti con la banca, ma, in alcuni casi, la banca ha ridotto automaticamente il plafond del cliente “in rosso” senza preavvertirlo. Questa misura tutela la banca da un possibile inadempimento del correntista.
Leggi anche: Reddito di cittadinanza marzo 2021: le nuove date per i pagamenti
Il 3° comma art 6 dellla suddetta legge relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, stabilisce che la banca deve avvertire il cliente delle modifiche apportate al proprio conto corrente, motivandone la variazione. Questo deve avvenire quando possibile prima dell’intervento, o nel peggiore dei casi, immediatamente dopo.
Quindi una riduzione del plafond sulla carta di credito senza preavvertimento non sarebbe consentita. Nel caso in cui ci si trovi il tale situazione si può intraprendere formale richiesta di spiegazioni alla propria banca.
Leggi anche: Auto elettriche: presentata nuova stazione per il cambio delle batterie
Il consiglio è di controllare bene le condizioni contrattuali stabilite con l’Istituto di credito, per non ritrovarsi con spiacevoli ed inaspettate sorprese.