WhatsApp, uno studio internazionale sulle abitudini dei dipendenti

Secondo uno studio condotto da Veritas Technologies oltre il 70% dei dipendenti condivide dati sensibili informazioni critiche utilizzando WhatsApp.

WhatsApp, uno studio internazionale sulle abitudini dei dipendenti
WhatsApp, uno studio internazionale sulle abitudini dei dipendenti (foto: pixabay)

WhatsApp sta diventando sempre di più uno strumento di lavoro. Ma secondo uno studio condotto da Veritas Technologies oltre il 70% dei dipendenti di società pubbliche e private lo utilizzano in modo improprio per inviare dati sensibili e informazioni riservate aziendali, che non dovrebbero viaggiare in questo modo nella Rete.

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WhatsApp, cosa non si deve mandare

WhatsApp, uno studio internazionale sulle abitudini dei dipendenti
WhatsApp, uno studio internazionale sulle abitudini dei dipendenti (foto: pixabay)

Veritas Technologies ha condotto uno studio sull’utilizzo di WhatsApp tra i dipendenti di società pubbliche e private ed è uscito fuori che oltre il 70% dei dipendenti utilizza WhatsApp, Teams e Zoom per condividere dati sensibili. Il 71% ha anche ammesso di utilizzare queste applicazioni per inviare informazioni critiche che riguardano l’azienda per cui lavorano.

Si tratta di comportamenti che vengono sanzionati e infatti il 30% dei partecipanti allo studio ha ammesso di essere stato ammonito proprio per questo comportamento. Tra i dati sensibili che vengono scambiati nelle chat di WhatsApp si trovano: risultati dei test al Covid19, dati dei clienti, dettagli di carte di credito aziendali, informazioni bancarie e salariali, piani strategici.

Lo studio condotto da Veritas Technologies, che si occupa di soluzioni tecnologiche per la protezione dei dati a livello globale, ha coinvolto aziende in tutto il mondo fotografando quindi una realtà globale acuita sicuramente dalla situazione di pandemia in cui ci troviamo.
Se però pensate che il problema sia che i dati così trasmessi via WhatsApp non sono sicuri, vi sbagliate. La crittografia end-to-end messa in atto da WhatsApp, per esempio, rende abbastanza sicura qualunque comunicazione avvenga su questa app di messaggistica istantanea.

Il problema è che WhatsApp, Zoom e Teams non sono contemplati dal Management aziendale per l’invio di dati sensibili e quindi utilizzare queste app questi sistemi per inviare e ricevere dati sensibili va contro le normative sulla privacy per esempio. Federprivacy ha deciso quindi di attivare un sondaggio per comprendere la portata del fenomeno che riguarda l’utilizzo di WhatsApp e altri sistemi per l’invio di dati di lavoro in Italia.

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Nicola Bernardi di Federprivacy ha commentato così i dati di Veritas Technologies “dall’inizio della pandemia abbiamo riscontrato un notevole aumento dell’uso di WhatsApp e delle varie piattaforme online per motivi di lavoro, e se da una parte le aziende investono risorse e denaro per mantenere un adeguato livello di conformità generale al gdpr, la realtà è che in molti casi essi hanno perso il controllo dei propri dati personali proprio a causa del fatto che molti dipendenti sono abituati a ricorrere spesso alla scorciatoia dell’app per trasmettere informazioni confidenziali preferendo la comodità al rispetto della Policy aziendale. “

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