Mozambico, bambini decapitati a causa del conflitto armato

Più di duemila morti negli ultimi quattro anni. La guerra in Mozambico non sta risparmiando nessuno.

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(pixabay)

“Quando tutto è iniziato, ero a casa con i miei quattro figli. Abbiamo cercato di scappare nel bosco, ma hanno preso mio figlio maggiore e lo hanno decapitato. Non abbiamo potuto fare nulla perché saremmo stati uccisi anche noi “.

Questa è la storia di una madre di 28 anni, impotente di fronte all’orrore della morte del proprio figlio. Il conflitto in Mozambico, che va avanti dal 2017, ha portato la morte di 2.614 persone, di cui 1.312 erano civili. I numeri provengono da una denuncia di “Save the Children“, che sta portando avanti una campagna di sensibilizzazione attraverso le testimonianze dirette dei civili.

Con l’inasprimento del conflitto numerose persone sono state decapitate, tra cui bambini di 11 anni. Le aggressioni dei fondamentalisti islamici hanno devastato i villaggi, e costretto migliaia di persone a fuggire. Chi è sopravvissuto, non ha più una casa.

I combattenti della jihād vogliono portare la loro legge islamica ad una popolazione già a maggioranza musulmana. E la lotta armata è il mezzo. Quasi un milione di sfollati patisce la fame, e la situazione non può che peggiorare.

Ad aggravare la condizione della popolazione del Mozambico ci sono stati gli effetti del cambiamento climatico, che hanno causato il ciclone Kenneth nel 2019 e le forti inondazioni dell’inizio del 2020. Gli abitanti della parte nord del paese sono stati colpiti duramente da queste calamità naturali e l’economia del paese fa fatica a riprendersi.

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Save the Children in aiuto alla popolazione

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(Screenshot Instagram)

I bisogni delle famiglie e dei bambini di Cabo Delgado (regione a nord del Mozambico) superano di gran lunga le risorse disponibili per aiutarli. “Save the Children” è intervenuta avviando programmi di istruzione per la popolazione e di protezione per i bambini.

“Si deve rispettare il diritto internazionale dei diritti umani e intraprendere tutte le azioni necessarie per ridurre al minimo i danni accidentali ai civili. L’organizzazione ha denunciato la trascuratezza con cui è stata approcciata la questione del Mozambico dagli altri paesi. Con le proprie forze e grazie a donatori privati, Save the Children si è avvicinata a più di 70.000 persone, di cui oltre 50.000 sono bambini.

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“Bisogna tutelare i più deboli”, così recitano la maggior parte delle Costituzioni dei paesi occidentali; ma quando i deboli sono troppi e le loro richieste troppo onerose diventa più semplice girarsi dall’altra parte. La pandemia in corso è sempre un ottimo alibi.

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