All’Università di Verona ci sono due stampanti 3D in grado di riprodurre organi e tessuti umani, in consistenza e forma.
A partire da una TAC – tomografia assiale computerizzata – o da una RM – risonanza magnetica – dei pazienti o dal materiale biologico si potranno ricreare organi e tessuti umani con stampanti 3D.
Una tecnologia all’avanguardia sviluppata nel settore dell’ingegneria tissutale di cui si è dotato il laboratorio di chirurgia pediatrica sperimentale dell’Università di Verona. A guidarlo Luca Giacomello con sede al Lurm, il Laboratorio universitario di ricerca medica.
Un acquisto di fondamentale importanza reso possibile grazie al dipartimento di Scienze chirurgiche, odontostomatologiche e materno-infantile, dell’ateneo diretto da Giovanni De Manzoni. Egli ha subito compreso le potenzialità derivanti da una tecnologia all’avanguardia e decisamente unica nel suo genere.
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Per impiegare al meglio tutto questo potenziale, è stato fondato il Prometeo NanoLab, un laboratorio congiunto tra Università e Nanomnia, startup veronese.
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L’obiettivo è quello di sviluppare progetti nel campo delle nanotecnologie applicate alla medicina rigenerativa e all’ingegneria tissutale, e di replicare organi e tessuti, attraverso l’uso delle stampanti 3D-bioprinting acquisite di recente.
È sempre bello e incoraggiante vedere come la medicina sia in grado di sfruttare al meglio le ultime tecnologie. Questo progetto potrebbe portare a risultati di grandissimo impatto e guarire pazienti che non avrebbero altre opzioni di cura.