Ex Ilva. I sindacati chiedono un intervento deciso dello Stato per la ripresa produttiva; Codacons la chiusura della fabbrica.
Si torna a parlare dell’ex Ilva. La fabbrica siderurgica è stata di recente oggetto di battaglie legali. La salute dei cittadini di Taranto e gli interessi produttivi della fabbrica sono state le questioni prese in esame. Il Consiglio di Stato si è espresso favorevolmente al ricorso impugnato dalla Arcelormittal, che chiedeva la sospensione dello spegnimento dei forni. Ma la guerra non è finita.
L’urgenza di trovare una definizione alla questione della fabbrica siderurgica ha richiesto l’intervento dello Stato.
Il Ministro del Mise Giancarlo Giorgetti ha indetto per il 18 marzo un tavolo di trattativa focalizzato sulle strategie di rilancio produttivo dell’ex Ilva. Presenti all’incontro i ministri Giorgetti, Carfagna, Cingolani e Franco. Fim Fiom e Usb sono stati invitati a partecipare alla discussione.
I sindacati mettono in luce l’inadeguatezza della proprietà. Secondo Fiom urge una gestione dell’attività produttiva più efficiente. Le priorità devono essere date al reinserimento dei cassaintegrati e alla sostenibilità ecologica della fabbrica. Fim Cisl sottolinea che le promesse fatte a dicembre non sono state mantenute.
Nel frattempo i lavoratori in cassa integrazione sono in attesa di un’eventuale chiamata che fatica ad arrivare. La denuncia dei sindacati qualifica come arbitraria e insostenibile la gestione dell’amministratore delegato Morselli, e richiede un rinnovo totale del management.
Leggi anche: Fisco, il viceministro sul condono fiscale: “Fermare fake news”
“Il tavolo al Mise è un bluff”. Codacons si esprime duramente contro la scelta del Ministro Giorgetti di escludere la controparte dal “Tavolo della siderurgia”. Il Comune di Taranto, responsabile di aver iniziato la battaglia legale per lo spegnimento dei forni, avrebbe dovuto partecipare alla trattativa sulle sorti produttive dell’ex Ilva. Secondo Codacons il Ministro Giorgetti ha scelto i partecipanti tra i favorevoli alla prosecuzione dell’attività dell’acciaieria.
Leggi anche: Bonus Cultura, registrazione tramite app: i requisiti
Tramite comunicato stampa l’associazione afferma l’intenzione di chiedere la chiusura definitiva della fabbrica al Consiglio di Stato.