Lo scorso febbraio, con il decreto legislativo numero 27,è stata abrogata la legge 283 del 1962 il cui scopo era la tutela della salute pubblica e la leale concorrenza. L’abrogazione si è resa necessaria per adeguare il diritto nazionale a quello europeo. Ma manca ora il nuovo quadro con le sanzioni per sostituire quelle abrogate.
Per adeguare la norma italiana al regolamento dell’Unione Europea 625 del 2017, che stabilisce norme comuni per i controlli sulla filiera agroalimentare la protezione della salute umana, della salute e del benessere degli animali e della sanità delle piante, è stata abrogata la legge 283 del 1962, che prevedeva ammende e l’arresto per chi avesse posto in vendita sostanze in cattivo stato di conservazione, per esempio, con cariche microbiche superiore ai limiti di legge, o ancora con additivi non autorizzati.
Manca adesso un nuovo quadro di sanzioni, anche se nel codice penale esistono ancora alcuni articoli che proteggono in parte da questo tipo di comportamenti.
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Lo scorso febbraio alcune norme contro i reati alimentari sono state abrogate. In particolare non sono più in vigore la legge numero 283 del 1962 e il regolamento di applicazione di quella legge il DPR numero 327 del 1980. La normativa nazionale del nostro Paese sanzionava con multe e anche con l’arresto chi avesse posto in vendita: sostanze private anche in parte dei propri elementi nutritivi o mescolati ad altri di qualità inferiore ho trattata in modo da variare la composizione naturale, sostanze in cattivo stato di conservazione, sostanze con cariche microbiche superiori ai limiti di legge, sostanze con l’aggiunta di additivi non autorizzati o senza l’osservanza a delle norme prescritte per l’impiego.
Tutta questa normativa è quindi stata eliminata per armonizzare il nostro sistema giuridico in materia alla norma europea. Nel codice penale italiano, però, esistono ancora alcuni articoli che trattano specifici reati che potrebbero essere considerati reati alimentari. Per esempio, l’articolo 516 sanziona la vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine con la reclusione fino a sei mesi o una multa fino a €1.032.
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L’abrogazione delle norme sui reati alimentari lascia comunque uno spazio in cui chi volesse comportarsi in maniera illecita rischia di poterlo fare. L’aspetto più preoccupante di tutta la vicenda non è tanto la mancanza di una norma che sanzioni i reati alimentari adesso, quanto il fatto che nella nostra legislazione è frequente il dover attendere svariati anni perché da una legge si passi poi ai testi attuativi, i decreti legislativi.