L’olio di palma potrebbe essere la causa della prossima pandemia globale. Questa la scoperta di un nuovo studio pubblicato sul Frontiers in Veterinary Science.
Un nuovo studio ha scoperto il legame che c’è tra perdita di habitat legato alle monocolture, tra cui quella della palma da olio, e l’insorgere di nuove epidemie e pandemie.
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Olio di palma, biodiversità e pandemia
Secondo lo studio pubblicato sul sito specializzato Frontiers in Veterinary Science, un gruppo di scienziati di diverse università del mondo, ha trovato un legame tra la deforestazione, la riforestazione con monoculture e l’aumento dei focolai di epidemie con il più che possibile insorgere di nuove pandemie globali.
“La deforestazione è una delle cause principali della perdita di biodiversità con un impatto negativo sulla salute umana“, questo l’inizio dello studio che prende in esame il modo in cui la gestione delle aree deforestate e poi ricoperte da monoculture, in particolare quella della palma da olio, abbia un impatto pericoloso sulla biodiversità e quindi su possibili salti di specie di virus e batteri.
Ma perché le monoculture sono così pericolose? Perché la monocultura, che elimina le piante che vivono in una determinata area, porta ad una riduzione dell’habitat delle specie animali con conseguente perdita di biodiversità. La riduzione dello spazio vitale per le specie animali selvatiche porta queste a incontrarsi più facilmente con l’essere umano e con gli animali da cortile. I contatti prolungati, quindi, sono il modo in cui virus e batteri possono raggiungere nuove tipologie di ospiti, esseri umani compresi.