Energie Rinnovabili: il ministro Luigi Di Maio stila il piano delle priorità da affrontare annunciando le sfide da vincere
L’Italia continua il percorso che si spera da qui a qualche anno potrà portare all’abbattimento dell’utilizzo delle energie non rinnovabili ed ad alto impatto ambientale. Una delle missioni del governo Draghi appare proprio quella della direzione “green”, una svolta attesa da tempo e proposta con insistenza da alcune forze politiche. Che da anni si battono per tentare di mettere il paese sulla carreggiata che va verso l’utilizzo in maniera massiccia delle fonti non inquinanti.
Per il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, per arrivare ad una svolta “ecologica” in Italia si deve fare i conti con un nemico che per la verità appare il numero uno non solo nelle questioni ambientali. L’ex vice premier parla infatti della burocrazia, che ostacola i percorsi di modernizzazione dello stato. Il ministro ha espresso le sue idee a margine del convegno “Acqua 2050: infrastrutture, efficienza sostenibilità” organizzato dal M5S.
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Per Di Maio il ministero della Transizione Ecologica rimane fondamentale per avviare questo percorso che porterà il paese verso una svolta tanto attesa negli anni.
Energie rinnovabili, per Luigi Di Maio il nemico da abbattere resta uno solo. Ed è quello della burocrazia. Attraverso il ministero della Transizione Ecologica per l’ex premier si faranno i passi importanti che si aspettano da anni. Bisognerà agire con fretta e metodo per arrivare a fare degli investimenti importanti che portano verso la sostenibilità.
Ma allo stesso tempo ci sarà bisogno di snellire l’apparato burocratico che da troppi anni tiene in ostaggio il paese impedendo il processo di crescita verso la modernizzazione. E’ questo in sintesi il pensiero di Di Maio esposto a margine dell’evento “Acqua 2050”.
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Una sfida che il governo Draghi sembra voler accettare, seppure in un periodo storico critico per il paese. Anche in virtù dei dati che arrivano dagli scienziati di tutto il mondo. Se non si corregge il tiro il mondo sarà sempre più esposto a pandemie di questo tipo. E quella da Coronavirus potrebbe essere purtroppo solo la prima di una lunga serie generata proprio dal comportamento scorretto assunto ad oggi dai Paesi in tema di politiche ambientali.