Patrimoniale, il Fondo monetario internazionale spinge per l’applicazione della tassa in Italia. Ecco perché
La tassa patrimoniale è la via più immediata ed efficiente per risollevare l’Italia, almeno secondo il Fondo monetario internazionale. L’associazione internazionale, infatti, è pronta a consegnare alle politiche italiane un report con un disegno che andrebbe a definire la riorganizzazione economica del Paese attraverso la tassazione per i redditi più alti della nazione. Soprattutto in questo periodo di crisi causa Covid-19, secondo l’Fmi sarebbe l’unica e vera soluzione a strettissimo giro con risultati certi.
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Patrimoniale, ecco il piano del Fmi
Anche perché man mano lo scenario va peggiorando. Già quest’anno infatti, il rapporto tra il debito e il Pil dovrebbe raggiungere un picco del 157,1%, con una parabola decrescente che si avvierebbe – molto lentamente – soltanto nei prossimi 5 anni ma senza mai andare sotto la soglia del 150%.
Insomma, resterebbe un fardello insostenibile o quasi per la salute del Bel Paese. La scalata andrebbe da un apice del 155.5% a vari step fino a un 153,17% nel 2024, un 152% nel 2025 e un 151% nel 2026. Il ‘Fiscal monitor’ evidenzierebbe anche entrate fiscali per un massimo di 47.9% nel 2021, per poi abbassarsi di poco fino a un 47.5% nell’anno successivo.
Il verdetto del Fin quindi è chiaro, come riporta Agi: “Le autorità politiche potrebbero considerare un contributo per la ripresa dal Covid-19, imposto su redditi alti o i grandi patrimoni. Per raccogliere le risorse necessarie a migliorare l’accesso ai servizi di base, rafforzare le reti di sicurezza sociale e gli sforzi per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile è necessaria la riforma della tassazione domestica e internazionale, in particolare quando la ripresa avrà preso ritmo”.