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“Quel che i genitori non vedono ma esiste”, Psiconline accende i riflettori sulla violenza tra fratelli

Che la violenza domestica abbia subito un aumento vertiginoso a causa dei vari lockdown varati dal governo per contenere la pandemia, è un semplice dato di fatto.

E negli ultimi giorni, il sito Psiconline ha lanciato un appello all’opinione pubblica per chiedere che vengano accesi i riflettori su un fenomeno poco conosciuto ai media ma che rappresenta invece una problematica in costante aumento con il passare degli anni: quello degli episodi di violenza tra fratelli.

Un forma di aggressività che può essere esercitata attraverso strumenti fisici e/o psicologici.

Calci, pugni, schiaffi o minacce, ingiurie, manipolazione sono generalmente ai danni di uno solo dei fratelli, che come conseguenza dei maltrattamenti ha una probabilità più alta di sviluppare nel corso della sua crescita ansia, depressione o rabbia. L’assenza di una supervisione genitoriale facilità l’insorgere dell’aggressività tra fratelli. Il lockdown ed il ritiro ad una dimensione privata hanno alterato gli equilibri familiari. Secondo una valutazione di psiconline lo smartworking e la precarietà lavorativa hanno aumentato le probabilità che i figli vengano trascurati.

Nel corso del tempo inoltre, diversi studi hanno dimostrato che i maltrattamenti tra fratelli non sono fenomeni negativi isolati all’interno del nucleo familiare, ma si associano molto spesso ad altre forme di stress che compromettono la crescita sana dei bambini o degli adolescenti.

In tempi di pandemia inoltre, le difficoltà sono cresciute. La didattica a distanza, l’isolamento sociale e lo stress familiare in molti casi portano uno dei fratelli a prendere il ruolo genitoriale indossando i panni dell’adulto e alterando la dinamica con il fratello vittimizzato.

Le statistiche riportano che i figli che hanno subito violenza fisica o assistita (cioè che hanno osservato aggressioni tra i genitori) hanno 3,22 volte maggior probabilità di essere vittime a loro volta della violenza tra fratelli.

L’associazione tra questi fenomeni trova una radice nella scarsa supervisione genitoriale. Spesso nelle famiglie “ciò che non si vede non esiste”. Niente di più errato. Gli studi stanno portando avanti la ricerca sulla violenza fraterna, ma è un campo ancora poco battuto dagli specialisti del settore, e poco conosciuto all’interno della società.

Psiconline lancia un appello ai professionisti per un’attivazione immediata di contrasto a questo fenomeno. Non meno importante è la sensibilizzazione della comunità, partendo dal presupposto che la violenza tra fratelli “può capitare in tutte le famiglie”, e bisogna prestare la massima attenzione.

Pubblicato da
Giulia Borraccino