“L’Italia cessi di essere complice dei crimini contro l’umanità in Libia”, MEDU scrive una lettera al premier Draghi

Con una lettera aperta, MEDU, Medici per i Diritti Umani, lancia un appello al Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Un invito pubblico a non dimenticare le migliaia di persone che hanno raccontato e continuano ancora adesso a raccontare le atrocità subite nei lager libici in cui vengono rinchiusi i migranti che vengono “soccorsi” dalla marina libica.

Medici per i Diritti Umani è un’associazione che si occupa di portare avanti portare aventi progetti umanitari, principalmente in Italia e in Niger, con medici, psicologi ed operatori socio sanitari che prestano assistenza ogni giorno a migranti e rifugiati. Dopo la visita in Libia di Draghi che elogiava quanto fatto dal Paese sul piano dell’immigrazione, l’associazione ha deciso di scrivere una lettera aperta per ricordare al Presidente e a tutti cosa si nasconde in realtà dietro “quello che fa la Libia con i salvataggi“.

“Sentiamo il dovere di rispondere, ricordando le migliaia di testimonianze di persone sfuggite in questi anni agli atroci centri di detenzione e sequestro libici”. Perché in realtà ciò che succede quando un barcone di migranti non riesce ad arrivare in territorio italiano e viene preso dalle autorità libiche, le persone vengono sì riportate a terra ma poi vengono rinchiuse in vere e proprie prigioni in cui i diritti umani sono dimenticati al cancello. E una volta dentro: “atti ignobili come torture, stupri e violenze ai quali uomini, donne e bambini vengono sottoposti sistematicamente nei centri di detenzione ufficiale e non ufficiali, da parte di gruppi di criminali, miliziani, soldati e funzionari di polizia spesso indistinguibili tra di loro”.

Già l’anno scorso MEDU aveva pubblicato un rapporto con oltre 3000 testimonianze di sopravvissuti raccolte tra il 2014 e il 2020. La percentuale di testimonianze di violenza subite raggiunge e supera il 90%. Quello che succede in Libia, spiega ancora MEDU nella lettera aperta, sono “torture e trattamenti crudeli, inumani e degradanti proibiti dalle convenzioni internazionali, dalla carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e dalla nostra Costituzione“.

Durante la visita a Tripoli, Draghi ha auspicato il superamento dei centri di detenzione per migranti ma, fa notare sempre MEDU, si tratta di una misura che non è sufficiente.

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La lettera si conclude in questo modo e noi non ci sentiamo di aggiungere altro: “Auspichiamo, signor Presidente, che una maggiore consapevolezza del costo umano del sostegno incondizionato al governo di Tripoli e dell’assistenza fornita alla Guardia Costiera libica consentirà al suo Governo di adottare le misure indispensabili affinché l’Italia cessi di essere complice dei crimini contro l’umanità commessi in Libia”.

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