La CGIA di Mestre richiede la sospenzione delle tasse erariali per quest’anno e stima 28 miliardi di euro di risparmio per le piccole imprese
“Questo e’ un anno in cui non si chiedono soldi, ma si danno”, queste le parole del presidente Draghi che la Cgia di Mestre vorrebbe si traducessero in realtà.
Il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre ha infatti dichiarato:
“Noi proponiamo per il 2020 di azzerare le imposte erariali per le micro e piccole imprese. Ovvero, stop a Irpef, Ires e l’Imu sui capannoni. Queste attività, comunque, saranno tenute a versare le tasse locali per non penalizzare Regioni e Comuni. Per l’erario il mancato gettito ammonterebbe a poco più di 28 miliardi di euro. Un taglio delle entrate molto importante, ma necessario, altrimenti tantissime piccole attività chiuderanno per sempre, causando un buco nel bilancio statale nell’anno successivo”.
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CGIA Mestre, necessari 80 miliardi per salvare le piccole imprese
I calcoli della Cgia di Mestre quindi, ritengono che una perdita immediata delle entrate, definita dallo stesso Zabeo “importante”, verrebbe compensata dalla sopravvivenza di tantissime piccole imprese che continuerebbero a versare le imposte negli anni successivi.
Le società, le ditte e gli imprenditori interessati da questo azzeramento delle tasse erariali sarebbero circa 4,9 milioni quindi il 90% delle ditte presenti nel paese.
La CGIA di Mestre inoltre richiede che gli aiuti economici dati alle imprese divengano più cospicui.
Stimano infatti in altri 80 miliardi di euro il peso degli aiuti che sarebbe necessario mettere in campo per far fronte alla crisi economica.
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In sostanza si tratterebbe di fare i conti ora con debiti spaventosi nella speranza che negli anni a venire la ripresa economica permetta un rientro economico sostanzioso.